Ancora riscontri positivi dagli affidi: “Senza Ares non saprei più stare”

Un cane che se ne va dal rifugio ha quasi sempre buone probabilità di diventare il compagno di vita della sua nuova famiglia: le prove e le verifiche che APACA esige e l’accurata visita pre-affido che precede sempre l’affidamento generalmente garantiscono un finale positivo. Ma, in qualche caso, può succedere che il nuovo ambiente o le nuove pretese dell’affidatario producano reazioni non gradite da parte del cane, reazione che, se non decodificate e comprese, finiscono con l’innescare un circolo vizioso di incomprensioni e stress, anticamera quasi certa di una nuova separazione.

NuvolaSpesso però, anche quando le cose vanno per il meglio, l’unico momento in cui APACA lo viene a sapere è soltanto qualche mese dopo l’affidamento, allorchè gli incaricati dell’associazione svolgono la visita di post-affido. Ecco perchè ci fa davvero piacere quando riceviamo foto, impressioni ed e-mail che, prima di quel momento, raccontano di un rapporto che sta avviandosi verso la felicità reciproca! Chi ci scrive, in questo caso, è il sig.Angelo Tocchet, che non molto tempo fa ha adottato Nuvola, un piccolo meticcio che è rimasto in rifugio solo qualche settimana, il tempo cioè di incontrare una persona che, da qualche mese, visitava il rifugio alla ricerca di un compagno di vita: e quando i due si sono incontrati hanno deciso di non lasciarsi più!

Ecco cosa ci scrive quella persona a distanza di un paio di mesi: “Oggi, 24 aprile 2016, sono due mesi che condivido la mia vita con Ares (ex Nuvola) un meticcio di tre anni, che fin dal primo giorno osservava tutto quello che facevo, mi seguiva ovunque andassi per casa o nel giardino, con quella sua coda che andava di qua e di là manifestando le sue emozioni aumentando o diminuendone il ritmo. Trovai strano, e insolito, che sin dal primo giorno rispondesse al suo nuovo nome, probabilmente quello che aveva, non gli piaceva o gli ricordava momenti e situazioni da dimenticare. Quello che più ho apprezzato sin da subito, fu che non cercò mai di farla in casa, né di salire sul divano o sul letto, di sua iniziativa; ora sul divano, siccome siamo in due, ha il suo posto e comunque se sono presente, mi guarda con i suoi occhioni come per chiedere “posso?”, mentre sul letto sa che non deve salirci. Ha imparato quali sono gli orari per le passeggiate, e non c’è nulla che lo distoglie dal saltellare e girare come una trottola se non la vista della pettorina e del guinzaglio; e poi via a saltellare come fosse punto da qualche insetto fastidioso. In passeggiata è abbastanza calmo l’unica frenesia è di annusare sempre e ovunque, quello che mi piace è che se incrociamo altri cani non abbaia se non si sente aggredito: in quel caso è pure piccolo ma diventa una “belva”; fare il bagno non gli dispiace, e nemmeno passeggiare sotto la pioggia. Ringrazio il personale dell’APACA e in particolar modo Tamara De Cian e Manuela Viezzer  per avermi fatto conoscere Ares. Senza di lui non saprei più stare.”

E noi ringraziamo Lei, sig.Angelo per aver scelto di condividere la sua vita con uno dei cani del rifugio!

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