Pessima notizia: la leishmaniosi è arrivata a Belluno…

Nell’aprile dell’anno scorso, nel corso di uno degli incontri informativi che Apaca aveva proposto ai bellunesi, il dott.Zanola, responsabile del Servizio Veterinario dell’Ulss 1 Dolomiti aveva “profettizato” che, a breve, il papatacci (detto anche pappatacio o flebotomo) sarebbe arrivato anche in provincia di Belluno e con lui la leishmaniosi, una parassitosi temutissima per i cani, difficile da diagnosticare, con simtomi molto simili a quelli di altre malattie che colpiscono il cane ma non così letali come questa patologia che, tra l’altro, ha un’incubazione che va da una trentina di giorni fino a 7 anni.

A dare notizia delle prime due diagnosi di leishmaniosi è la stampa locale di ieri: si tratterebbe di due cani che risiedono a Canè di Limana e a Castion, una frazione del comune capoluogo, entrambi mai portati in zone infette fuori provincia e abituati a stare soprattutto in giardino. Non è dato sapere a che stadio sia la malattia, ma è certo che il veterinario di Limana sta eseguendo tutti gli esami del caso per essere certo che si tratti proprio di leishmaniosi, dopodichè farà la comunicazione di rito all’Ulss e da quel momento Belluno si unirà al lungo elenco di territori infetti, tra cui quelli confinanti di Vittorio Veneto, Conegliano, Pergine, Roana, Bassano e via dicendo.

E’ chiaro che si tratta di una malattia importante ed essere consapevoli della sua presenza contribuirà a prevenirne la diffusione, ma anche vero che va evitato ogni terrorismo mediatico, perchè: a) la patologia, presente ormai in tutta Italia, non sembra però così diffusa tra i cani (e men che meno tra gli umani); b) ad essere colpiti sarebbero soprattutto i cani che la notte stanno all’aperto, dato che il papatacci, attivo da maggio a ottobre, opera soprattutto verso il tramonto, non amando nè la luce, nè le correnti d’aria (e quindi neanche i ventilatori di casa); c) la parassitosi non si trasmette da cane a cane, nè da cane all’uomo, perchè serve sempre un vettore e questo è il papatacci (quindi niente acqua stagnante, neppure nei sottovasi, niente rifiuti nè cumuli di foglie morte lasciati in giro); d) per diminuire drasticamente il pericolo di contrarre la malattia basta far dormire il cane in casa (che è, in ogni caso, una bellissima abitudine a prescindere dai papatacci!) e, se si dorme con le finestre aperte, dotandosi di zanzariere a maglie molto strette.

L’azione preventiva è senz’altro quella sui vettori, ma utili – anche se sembra non risolutivi – sono gli spray repellenti e i collari antiparassitari. E’ in commercio anche un vaccino, sulla cui efficacia esistono opinioni differenti: ma il medico veterinario di fiducia saprà sicuramente dare la risposta. Ed è quanto faremo anche noi di Apaca rispetto ai cani del rifugio che purtroppo dormono all’aperto tutto l’anno!

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