I cani autistici: esistono o no?

Un cane può aiutare i bambini affetti da una sindrome dello spettro autistico (il cui numero sta crescendo soprattutto perchè stanno crescendo le diagnosi), ma un cane può essere a sua volta autistico?

Un parte della letteratura e della veterinaria ufficiale esclude l’autismo dal novero dei disturbi neurocomportamentali. Qualcuno considera autistico solamente il cane che ha un comportamento ossessivo o ossessivo-compulsivo, come girare in cerchio o inseguire la coda o leccarsi continuamente una parte del corpo. Ma, secondo altri, i sintomi potrebbero essere assai più numerosi e comprendere: la letargia, il camminare lentamente, il lottare per mantenere il contatto visivo o per socializzare con il proprietario o altri cani, le reazioni eccessive a rumori o eventi imprevisti, la visualizzazione di una specie di trance, il concentrarsi su pavimenti o altri oggetti per periodi prolungati, la difficoltà a mostrare emozioni.

Il fatto è che mentre per gli esseri umani lo spettro dell’autismo a disposizione del medico è talmente dettagliato (ed accettato) da permettere una diagnosi, mentre per i cani non esiste alcun strumento analogo e le diagnosi cominciano ad essere accettate soltanto se il cane presenta dei comportamenti ripetitivi oppure serie difficoltà di interazione con persone o cani, mentre, ad esempio, la riluttanza ad adattarsi a qualsiasi tipo di cambiamento e l’incapacità di mostrare emozioni come anche la ipersensibilità alla luce o ai suoni non sarebbero necessariamente indicatori di malattia. Questo inquadramento riduttivo dipende probabilmente anche dal fatto che molti di questi comportamenti sono stati già analizzati da linee di pensiero che si sono sviluppate e accreditate da tempo e che mettono in gioco altri fattori, quali ad esempio l’ambiente, la razza o l’ereditarietà genetica di antenati esposti a tossine (contrariamente a quanto diffondono i no-vax, non è invece provato che le vaccinazioni possano causare autismo).

Per dare una risposta al quesito: “il cane può essere autistico?”, molto probabilmente, servirebbe accettare la teoria secondo cui animali ed esseri umani hanno la stessa neurochimica e, pertanto, le menti e le emozioni degli umani e di altri animali funzionano in modo del tutto simile. Quindi: se l’autismo è presente laddove il cervello è piuttosto complicato e le interazioni sociali alquanto sofisticate, com’è possibile escludere che i cani ne siano risparmiati?

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