Gioia: un cane allergico in rifugio

Gioia: un cane allergico in rifugio

Nove anni, femmina di taglia media, buona, dolce, affettuosa e…affetta da allergia ambientale. E’ la scheda di Gioia, una meticcia arrivata in rifugio cinque mesi fa, che già al suo arrivo mostrava una dermatite estesa soprattutto al collo, al petto e a una parte del muso.

Gioia_0036 (Custom)Sono cominciate subito le indagini per stabilire la natura di questa patologia della pelle, sia per ridurre a Gioia il prurito, sia per escludere ogni possibilità di contagio all’interno del rifugio. Le visite del veterinario hanno subito escluso una serie di patologie, ma hanno confermato che Gioia è un cane allergico, un cane cioè con un sistema immunitario ipereattivo a sostanze comunemente presenti nell’ambiente e che nei soggetti sani non danno nessun problema.

E’ iniziata, quindi, la ricerca con test cutanei e sierologici e l’applicazione di una dieta privativa, che è servita come test diagnostico prima ancora che terapeutico per identificare le sostanze alimentari possibile fonte di reazioni allergiche.

Alla fine si è capito che Gioia è affetta da dermatite atopica, una malattia più frequente di quanto si possa pensare, che colpisce una percentuale di soggetti intorno al 10 – 35%, probabilmente predisposti geneticamente e che sviluppano una esagerata sensibilità di tipo allergico.

Il problema vero è che dall’atopia non si guarisce, perchè è una malattia cronica che accompagnerà Gioia tutta la vita ed esponendola, se non curata adeguatamente, a complicanze come la piodermite o la dermatite seborroica. Fortunatamente ci sono terapie mirate in grado di controllare i sintomi, terapie che saranno ovviamente garantite a Gioia insieme a una dieta specifica, priva delle sostanze che le procurano l’allergia alimentare di cui soffre e che, sommata all’atopia, rende il quadro clinico del cane ancora più complesso. Tra circa un mese dovrebbe, poi, arrivare una soluzione iposensibilizzante (una sorta di vaccino fatto specificatamente per le sue allergie) che andrà somministrata, con varie scadenze, per sei mesi: anche se non ci sono garanzie assolute, spesso questa soluzione iposensibilizzante consente di migliorare la qualità della vita del cane e di ridurre i farmaci e, conseguentemente, gli effetti collaterali ad essi collegati.

C’è comunque una notizia positiva: proprio in questi giorni si sta interessando di lei una signora del capoluogo che ha deciso di adottarla a distanza: è un interesse vero e motivato, perchè la nuova amica di Gioia possiede un gatto…”allergico” e conosce, quindi, perfettamente il disagio dell’animale. Se, poi, dall’adozione a distanza si dovesse passare all’affido, per Gioia si aprirebbe una prospettiva di vita e di attenzioni ancora migliore.