Quarantadue cani adottati senza transito in rifugio

Oltre ai cani accolti in rifugio, APACA si occupa, da sempre, anche di cucciolate e di animali di cui viene segnalato lo stato di bisogno o per i quali arriva, comunque, una richiesta di aiuto.
Attraverso una fitta rete di relazioni – che il sito web e la pagina facebook hanno alimentato – l’Associazione riesce a facilitare l’incontro delle famiglie che sono alla ricerca di un cane o con cuccioli di cui viene segnalato il rischio di soppressione o con animali adulti di cui proprietari o detentori intendono disfarsi.

In questi primi otto mesi dell’anno, ben 42 cani hanno trovato una collocazione soddisfacente senza aver trascorso neppure un giorno in rifugio. Solo grazie a telefonate, mail e contatti si creano, infatti, i presupposti per il passaggio diretto tra privati: è un lavoro lungo e complesso perchè gli operatori di APACA tentano sempre di far incontrare il cane giusto alla famiglia giusta, passando molto tempo a fornire e ricevere informazioni.

Sommati ai 35 cani che, invece, sono stati adottati dopo un periodo più o meno lungo trascorso in rifugio, il bilancio complessivo degli affidamenti raggiunge le 77 unità, una cifra sicuramente importante se si considera che mancano ancora quattro mesi alla fine dell’anno.

Gli ultimi ospiti a lasciare il rifugio proprio in questi giorni di ferragosto sono stati Shila, Chris e Baffo.

Shila è una meticcia di 3 anni, sottratta ad una grave situazione di maltrattamento in Alto Agordino e inserita in rifugio il 24 luglio scorso: dopo tre sole settimane è stata adottata da una famiglia di Belluno.

Sempre del comune capoluogo è il nucleo familiare che ha deciso di accogliere Chris, un meticcio di 9 anni arrivato quattro settimane fa in rifugio dopo aver trascorso un periodo nel canile di Vittorio Veneto e ben otto anni con una famiglia che ha poi deciso di disfarsene.

Baffo, invece, è un meticcio di circa 3 anni, arrivato in rifugio il 26 aprile dello scorso anno in condizione di grave stress, molto probabilmente dovuto a una detenzione che lasciava presupporre che l’animale avrebbe passato tutta la vita alla catena: ora, l’adozione da parte di una famiglia di Cibiana gli permetterà sicuramente di esprimere tutta la vivacità e la tenerezza di cui è nuovamente capace dopo che le attenzioni e le cure dei volontari gli hanno restituito la fiducia negli uomini.

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