Nuovi gruppi di lavoratori Epta in rifugio

Nuovi gruppi di lavoratori Epta in rifugio

Tra ottobre e novembre altri 16 lavoratori dello stabilimento Epta in canile come volontari.

Prosegue, sul territorio bellunese, la collaborazione tra Csv Belluno Treviso ed Epta: si tratta di un esempio virtuoso di come il mondo profit possa generare impatto sociale attraverso forme di partecipazione civica. Nel concreto, i dipendenti di Epta (all’interno del programma di volontariato aziendale EptaGIVES) stanno avendo l’opportunità di dedicare otto ore retribuite all’anno ad attività di volontariato: ad oggi, da inizio anno, sono una settantina i dipendenti che hanno svolto o stanno svolgendo l’impegno in una quindicina di associazioni, ma i numeri cresceranno ancora da qui a fine dicembre coinvolgendo ulteriori lavoratori e realtà associative; ci sono infatti una cinquantina di richieste che saranno esaudite nei prossimi mesi.

Il CSV ha selezionato gli enti del Terzo Settore in base non solo alla loro disponibilità ad accogliere i volontari, ma anche alla capacità di offrire esperienze significative, allineate alle loro competenze. Quattro gli ambiti, per attività singole o di gruppo, tra cui i dipendenti possono scegliere: cultura e territorio; ambiente e animali; volontariato operativo (abilità manuali); volontariato di competenza (abilità informatiche, grafiche, ecc.).

Negli incontri di maggio/giugno e in quelli che si stanno svolgendo in questi mesi, Apaca ha complessivamente ospitato 30 lavoratori, pari al 43% dei dipendenti Epta coinvolti nel progetto. “Ci fa piacere registrare un interesse così significativo per l’attività che svolgiamo – dice Paola Lotto, presidente di Apaca – e che presentiamo ai dipendenti di Epta con modalità spesso inattese: nella prima mattinata, al momento d’aula – che comprende la presentazione dell’associazione, del suo posizionamento nell’ambito dei servizi pubblici e delle specificità dell’attività di volontariato svolta in canile-rifugio – segue l’illustrazione sul campo delle attività lavorative giornaliere, la presentazione dei cani ospiti e delle attività di mobility dog, dei percorsi olfattivo/sensoriali e dei giochi interattivi nelle diverse aree di sgambamento; nella seconda mattinata di presenza, vengono invece assegnate al gruppo attività di riordino e manutenzione del verde, svolte insieme ai volontari abituali. E’ una modalità ideata appositamente per il progetto, che ci sembra davvero molto apprezzata dalle lavoratrici e dai lavoratori che ci hanno scelto per la loro esperienza e che noi siamo lieti di ospitare.”