Ma i veterinari sognano cani elettrici?

Cosa c’entrano le tecnologie avanzate e futuristiche del mondo contemporaneo con la presenza naturale, viva e quotidiana degli animali da compagnia all’interno di una famiglia? Il trait d’union fra queste due realtà all’apparenza così lontane è la questione del benessere degli amici a quattro zampe. Una questione che sta sempre più a cuore anche agli italiani: stando a recenti dati Eurispes (2018), sono in aumento le persone che spendono dai 51 ai 100 euro al mese per le cure medico-veterinarie e altre necessità del proprio animale domestico.

Negli ultimi decenni la medicina veterinaria, al pari della scienza medica, ha compiuto passi da gigante grazie all’applicazione delle più avveniristiche conquiste in campo scientifico e tecnico per la cura di cani, gatti, cavalli, ma anche di specie esotiche e selvatiche. Avvalendosi di risultati e macchinari innovativi, i veterinari adottano oggi terapie laser, onde d’urto e trattamenti elettromedicali per sanare in maniera più efficace problematiche legate all’anatomia e alla fisicità animale, come lesioni ai tendini, ai muscoli o ai legamenti. Ne è una prova l’esperienza del veterinario tedesco Ralf Pellmann, il quale ha ottenuto effetti sorprendenti sui danni ortopedici subiti da alcuni cavalli utilizzando il dispositivo laser iLux Light Vet di Mectronic, azienda italiana specializzata in apparecchiature per fisioterapia che ha creato una specifica linea per animali.

Ma c’è di più. La fantascienza potrebbe essere più vicina di quanto pensiamo, anche nel campo della medicina veterinaria. Il New York Times del 25 settembre scorso riporta una notizia a lieto fine che ha veramente dell’incredibile: la cagnolina Patches, affetta da un grave ed esteso tumore al cranio, aveva subito un’operazione talmente invasiva da lasciarla priva di una parte della fronte. L’équipe della Cornell University che si era occupata di lei è riuscita però a ricostruirle il pezzo mancante, utilizzando una stampante 3D per creare una piastra di titanio con le misure perfette.

Presto casi come quello di Patches, che rappresenta attualmente un esempio delle nuovissime frontiere aperte sul mondo della salute animale, potrebbero diventare normale prassi chirurgica. E cosa dire poi della cosiddetta realtà aumentata? Secondo l’American Veterinary Medical Association, anche i veterinari potranno sfruttare i vantaggi dei sistemi virtuali per realizzare modelli in tre dimensioni che consentiranno loro di analizzare in modo migliore i dati a disposizione e di elaborare metodi e mezzi sempre più precisi per combattere determinate malattie. Questa modalità di studio e intervento permetterà di vedere ciò che ancora non esiste se non nella virtualità, un po’ come trasportare un sogno nella vita vera. E i sogni di cura di molti veterinari, grazie a queste incredibili scoperte tecnologiche, potranno diventare reali e apprezzati approcci medici del terzo millennio.

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