Solo i tempi della sterilizzazione separano Mina dalla libertà

Ci vorrà una quindicina di giorni e poi Mina – che è arrivata in rifugio da poco più di una settimana- potrà unirsi alla sua nuova famiglia adottiva. E’ questo, infatti, il tempo necessario per effettuare l’intervento di sterilizzazione e farle trascorrere nei box dell’infermeria il periodo post-operatorio.

Per i cani del rifugio sterilizzazione e castrazione sono un obbligo e nessuno lascia il canile senza aver subito l’intervento. In realtà, ad essere soggetti all’obbligo giuridico della sterilizzazione (e della castrazione per i maschi) sono solo i randagi, che all’atto del recupero devono essere trattati a cura del servizio veterinario dell’USL competente per territorio. Per tutti gli altri che pur finiscono in rifugio, l’obbligo deriva da una regola condivisa dalla rete dei canili ed espressamente voluta anche da APACA, che considera la sterilizzazione e la castrazione interventi indispensabili per la sicurezza e la sanità del rifugio, dove estri e calori creerebbero situazioni di difficoltà innanzitutto agli animali stessi e, poi, anche a chi li accudisce giornalmente.

La convalescenza
Come tutte le cagnette sottoposte a sterilizzazione, anche Mina avrà bisogno di attenzioni particolari nel periodo successivo all’intervento. Ci penseranno, pertanto, i volontari a:
  • mantenerla tranquilla e a prepararle un pasto leggero dopo l’intervento, tornando comunque alla dieta normale il giorno successivo
  • mantenere a posto la fasciatura, “applicare il collare elisabettiano” e controllare la ferita, facendo attenzione a eventuali segnali di infezione (calore, gonfiore, secrezioni, ecc.)
  • mantenere pulita la cuccia ed il box dell’infermeria dove sarà ricoverata
  • non permetterle di fare sforzi e accompagnarla all’esterno con il guinzaglio per i bisogni
  • somministrarle gli antibiotici o gli antidolorifici che il veterinario potrebbe prescriverle
  • coccolarla per tutto il tempo che servirà a guarire e finchè i punti verranno rimessi (di solito 10-15 giorni dopo l’intervento).

Ma ancorchè valido, questo non è certamente l’unico motivo per rendere tutti i cani del rifugio incapaci di riprodursi: ovariectomia, ovarioisterectomia (per le femmine) e orchiectomia (per i maschi) servono anche ad evitare l’insorgenza di tumori dei testicoli, di infezioni batteriche come la piometra e di neoplasie mammarie, dell’utero e delle ovaie. Non solo: la sterilizzazione e la castrazione aiutano a prevenire situazioni non sempre facili da gestire ed assolutamente ininfluenti per il benessere degli animali, come le lotte territoriali, le fughe da casa per l’accoppiamento, le gravidanze isteriche, l’aggressività da dominanza e anche incidenti (ad esempio, stradali o da morsicature) che possono essere causati dal cane attratto dalle femmine in estro. Nè va dimenticato che la sterilizzazione è il mezzo più idoneo per eliminare la prospettiva di cucciolate indesiderate, che portano all’abbandono dei cuccioli e, nella peggiore delle ipotesi, alla loro soppressione.

Ecco perchè anche Mina verrà sterilizzata nei prossimi giorni ed affidata alla nuova famiglia in perfette condizioni fisiche e psicologiche: perchè la sterilizzazione non ha nessuna conseguenza sulle capacità del cane, nè sul suo carattere, nè sulla sua voglia di giocare. E, molto probabilmente… le allungherà la vita.

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