Associazione APACA Belluno

Mobility Dog in rifugio

Muovere il corpo per muovere la mente

Per un cane del rifugio più l’ “indice di adottabilità” è alto e più è probabile che abbia delle chances per lasciare il rifugio: contano l’età, il sesso, il colore del mantello, il temperamento, il carattere e anche il saper affrontare situazioni che il cane spesso non ha mai vissuto, come salire le scale di casa, farsi asciugare le zampe o affrontare il rumore dell’aspirapolvere.
Proprio per aiutare i cani ospiti a fare esperienze nuove e a vincere qualche paura di troppo, Apaca ha allestito all’interno del rifugio un’area dedicata alla MobilityDog®, un’attività che agisce sulle conoscenze del cane, dandogli la possibilità di migliorare il carattere e l’autostima e favorendo il suo autocontrollo.

E’ un’attività tutt’altro che banale, che – diversamente dalla più nota AgilityDog- va svolta non solo con grande lentezza e calma, senza nessun tipo di agonismo, ma richiede una competenza specifica per analizzare l’approccio del cane all’attrezzo e il suo stato emotivo in modo da poter superare insieme a lui le difficoltà che si dovessero presentare, senza forzature e nel massimo rispetto della sua individualità.
Per ridare ai cani la fiducia che hanno perso nei confronti degli uomini e per renderli più sicuri di sé e più equilibrati i volontari di Apaca svolgono molte attività, come le manipolazioni, i giochi interattivi e le passeggiate.

Luca Spennacchio e Orlando
La ricerca olfattiva in un gruppo di pneumatici aiuta anche l’uso corretto del “posteriore”
Anche l’uso del corpo fa parte della sessione di MobilityDog

Attraverso la MobilityDog® si cerca di far acquisire ai cani abilità più specifiche, come il controllo del treno posteriore, una migliore gestione dell’equilibrio e più consapevolezza del proprio corpo: l’insieme delle attività con gli attrezzi li aiuta anche a superare paure e diffidenze, che generano ansia e comportamenti problematici. Anche l’uso del corpo fa parte della sessione di MobilityDog®
Come chiarisce Luca Spennacchio – che nel 2004 ha rielaborato e riletto la MobilityDog® da un punto di vista cognitivo-zooantropologico – “si tratta principalmente di un insieme di ostacoli pensati per agire sulle rappresentazioni cognitive somestesiche e cinestesiche del cane, nonché sullo sviluppo di una più chiara comunicazione tra i due partner del binomio: il cane e il suo compagno umano.

Il concetto fondamentale della MobilityDog® può essere riassunto così: “muovere il corpo per muovere la mente”.
“Le caratteristiche di questa attività – sottolinea Spennacchio – la vedono ideale per numerose applicazioni in differenti ambiti cinofili, tra i quali quello del canile, dove lo svolgere regolarmente un’attività come la MobilityDog® non può che portare dei benefici ai soggetti ospitati, migliorando il loro benessere psicofisico e aumentando così le loro possibilità di adozione”.

Il “campo” di MobilityDog® per i cani ospiti del rifugio


I cani non mentono su ciò che provano…nessuno ha mai visto un cane triste che fingesse di essere felice. (Jeffrey Moussaieff Masson, psicoanalista e scrittore statunitense)