Cara piccola Rosina: la lettera di addio a una “vecchia amica” di APACA

Cara piccola Rosina: la lettera di addio a una “vecchia amica” di APACA

Proprio come accade nella comunità degli uomini, anche in rifugio ci sono cani che più di altri lasciano traccia del loro passaggio:ad esempio, Lilli e Nusy sono state due di queste presenze ed anche Rosina non sarà facilmente dimenticata. Per lei Tamara – della cui famiglia Rosina ha fatto parte negli ultimi anni della sua vita- ha scritto un ricordo che non può che essere inserito tra le… Storie a lieto fine.

“Cara piccola Rosina, alla fine hai trovato riposo anche tu.
La morte è ciò che, alla fine, inevitabilmente, scalfisce tutti, ci rende tutti uguali e lascia, in chi resta, quel senso di vuoto dentro che solo il ricordo può in qualche modo cercare di colmare.
E il tuo ricordo sicuramente rimarrà sempre vivo in tutti noi, in me che ti ho accompagnata in prima persona in questi anni, e in tutti i volontari che tanto ti hanno amata, la nostra piccola agguerrita mascotte.
Hai conosciuto Apaca nel 2010 assieme ad altri quattro compagni di sventure. Tra tutti, eri quella che aveva maggiormente subito un destino…crudele? Non saprei nemmeno come definirlo, forse il destino conta poco in questi casi, forse è solo l’insensibilità umana a toccare alcuni di voi più di altri e non c’è spiegazione plausibile, né è necessario trovarla. Siamo noi umani a voler dare una spiegazione a tutto, mentre voi ci insegnate ogni giorno che la vita va vissuta per quello che ci offre, che le disavventure sono passeggere e si può sempre recuperare, che invece di pensare troppo e chiedersi il perché delle cose è meglio rincorrere una palla o sgranocchiare un biscotto: la vita è così bella, e tu più di tutti ce l’hai dimostrato.
Quando sei arrivata eri debole, non stavi neanche in piedi, “avrà pochi giorni di vita ancora” dicevano.
Non immaginavano nemmeno il tuo spirito combattivo: non ti saresti lasciata fermare da nulla, la tua voglia di vivere e affrontare il mondo non poteva arrendersi così facilmente.
E tanto ti bastò per rimetterti in sesto e trascorrere con noi volontari ancora alcuni anni, durante i quali eri la protagonista indiscussa della scena. Sempre presente, alle riunioni come alle giornate di lavoro, sembravi sorvegliare la situazione quasi che, senza di te, avremmo perso la bussola. E forse era proprio così, ormai eri diventata il nostro sguardo attento, la nostra compagnia sicura, tra tanti altri cani da portare a passeggio e accudire tu eri quella (apparentemente) pacata, la piccola saggia che appena poteva uscire dalla cuccia interna correva davanti a tutti gli altri per metterli in riga.
Nel 2012 mi sono portata a casa anche tua figlia, la piccola Arancia, stesso spirito agguerrito della mamma (e qualche mania di protagonismo che non guasta). Quel presunto destino vi avrebbe viste ricongiunte qualche tempo dopo, a formare con Alice un piccolo trio delle meraviglie.
È il giugno 2016 che ti vede finalmente padrona di casa, della mia e nostra casa, tu che tanto facevi affidamento su di me e che finalmente con me potevi condividere tutto. I primi giorni sono stati difficili, hai percorso le scale di casa centinaia di volte, su e giù di continuo, ma io ero lì a tranquillizzarti e farti capire che sarei rimasta lì fino alla fine, non serviva mettermi alla prova.
E quando hai realizzato che era tutto vero, ti sei ricongiunta ad Arancia e hai vissuto al 150% ogni singolo minuto di quella vita che avevi pienamente meritato.
Ti sei sempre contraddistinta per un aspetto bizzarro, dettato dalla linguetta sempre fuori per la mancanza di denti, salvo quel piccolo incisivo che mostravi con orgoglio nei momenti di sfida ai tuoi simili. Il tutto unito a una camminata rigida da soldato, anzi proprio da generale quale eri tu.
Le tue cataratte ti facevano fare chilometri in più prima di accorgerti di dov’ero, ma alla fine mi trovavi e mi seguivi sempre, più che potevi, perché in me, credo, tu vedevi colei che ti aveva regalato tanto, laddove probabilmente nessuno avrebbe fatto, per la tua età, per la tua difficoltà motoria o per quella tua dermatite poi scomparsa con la ritrovata libertà – o per chissà quali e quanti altri motivi spingono l’essere umano a disfarsi di un cane quando non è più l’adorabile cucciolo da copertina che tutti vorrebbero.
Eh già, la libertà dell’ultimo anno e mezzo ha permesso di eliminare tutte le pastiglie che prendevi e far vedere alle due giovani compagne di casa che a comandare, a volte, può essere anche l’ultima arrivata.
18 anni sono tanti e, alla fine, anche tu puoi riposare e lasciare la postazione di comando.
Conoscendoti, hai guardato in faccia la morte dicendole che avresti deciso tu come e quando. Hai deciso, lo so, di lasciare me e le due pesti “in buone zampe” con Toffee, la piccola (mica poi tanto piccola) cucciola di alano che subito si è affezionata a te e alla tua linguetta fuori, puntualmente scambiata per cibo e costantemente il suo bersaglio preferito.
Hai capito che ora la situazione è sotto controllo, hai lasciato la tua impronta e un rigoroso manuale di comportamento e di condotta che, ovunque ti trovi, non smetterai mai di sorvegliare.
Sappi comunque che io continuerò ad amarti come sempre e così tutti i volontari che ti hanno conosciuta, invidiosi probabilmente della tua grinta alla faccia di una vita difficile e di tanti ostacoli che tu hai brillantemente superato.
Ti abbiamo tutti voluto bene e resterai, di sicuro, la nostra piccola e tosta mascotte
La tua Tamara, e con lei tutti i tuoi amici a due zampe