Ucraina: una fuga a sei zampe

Una quindicina di giorni fa siamo venuti a conoscenza di una notizia buona e “canina” dall’Ucraina, una di quelle che vogliamo continuare a raccontare perché ci ricordanoil legame profondo tra uomini e cani anche nelle situazioni più drammatiche e disastrose. Oggi quindi vi narriamo la vicenda di Igor e del suo quattrozampe Zhu-Zhu, una testimonianza raccolta dal Guardian e riportata in Italia dall’agenzia Ansa.

Igor Pedin è un uomo di sessantun anni che è dovuto scappare a piedi da Mariupol dopo l’attacco russo avvenuto il 23 aprile scorso. Portando un grosso zaino sulle spalle, l’uomo si è allontanato dalla città seguito dal suo fedele terrier Zhu-Zhu, insieme al quale ha attraversato i territori occupati dai militari russi fino a Zaporizhzhia, camminando per 225 chilometri. Il viaggio non è stato di certo agevole né sereno, sulla strada per uscire da Mariupol i due compagni hanno dovuto affrontare la visione dei cadaveri, le mine e gli incontri con i soldati. Igor Pedin è riuscito a non farsi notare più di tanto e, con un ultimo sguardo alla sua città, le ha detto addio. Raggiungere Zaporizhzhia è stata una moderna Odissea ma i due, uomo e cane, sono rimasti insieme fino alla fine della loro avventura. Hanno rischiato più volte dopo essere stati fermati ai posti di blocco russi a Nikolske e Verzhyna. Pedin è stato interrogato, perquisito, minacciato ma per fortuna se l’è sempre cavata ed è sempre riuscito a tenere con sé Zhu-Zhu.

I due viaggiatori, in quel lungo errare verso la salvezza, si sono imbattuti nel dramma più insostenibile della guerra, la morte di un figlio, il cui padre Pedin e Zhu-Zhu hanno incontrato passando per Nikolske.

Finalmente, dopo le ultime peripezie – attraversare ciò che rimaneva di un ponte, salire sulle colline, orientarsi fra strade sconosciute – con l’aiuto di un uomo che ha dato loro un passaggio sul suo camion Igor Pedin e Zhu-Zhu sono arrivati a Zaporizhzhia, città rimasta agli ucraini. Dopo aver vissuto letteralmente sotto i piedi e le zampe pericoli, avversità e l’immenso dolore degli abitanti di un paese assediato, i due compagni hanno riabbracciato la libertà insieme, indivisibili fin dal primo momento in cui si sono incamminati sulle strade di Mariupol.

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