Lo stato del randagismo in Italia, un breve resoconto

Riportiamo i dati sul randagismo in Italia relativi al 2020, riferiti dall’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. Le informazioni parlano di 118.857 nuove presenze all’interno di rifugi e canili sanitari, a fronte di 42.360 adozioni sull’intero territorio italiano.

Nella relazione sono contenute anche le cifre riguardanti i gatti sterilizzati dal Servizio Sanitario Nazionale nel 2020, che ammontano a 61.749. Il numero dei cani vaganti portati nei canili, delle adozioni effettuate e delle sterilizzazioni feline rappresentano i tre punti in base ai quali è stato ripartito il Fondo Randagismo, istituito dalla legge 281/91 – legge quadro in materia di tutela degli animali d’affezione e lotta al randagismo – per il quale nel 2020 è stato stanziato un milione di euro. Per la ripartizione del fondo, ogni anno viene richiesto alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano di raccogliere i dati in questione e di trasmetterli poi al Ministero della Salute che li pubblica con regolarità: le singole regioni e province autonome sono tenute a inviare le informazioni, contenute nelle anagrafi territoriali, almeno ogni mese. Nel 2020 è accaduto che due regioni, Sicilia e Campania, abbiano mancato la comunicazione al Ministero, fatto questo che ha fatto perdere il contributo per la lotta al randagismo, un fenomeno che soprattutto al Sud raggiunge un livello di incontrollabilità cui sfugge anche la possibilità di raccogliere i dati necessari, a fronte di risorse comunque non sempre disponibili.

Secondo il Ministero della salute, per l’anno 2020 il controllo sulla presenza dei cani vaganti è aumentato e ha permesso una riduzione del numero di randagi sul territorio, anche se i cani privi di proprietari o che circolano liberi e privi di tutela fanno accrescere continuamente la popolazione canina, in quanto molti esemplari non sono sterilizzati.

Le notizie sulle azioni per contrastare il randagismo insomma sembrano parzialmente incoraggianti ma molto si può e si deve ancora fare: le regioni e le province autonome sono chiamate infatti anche a definire un piano di prevenzione che consideri interventi informativi e corsi di formazione per gli operatori veterinari. Non siamo ancora alla fine del 2021 ma quando arriveranno i resoconti relativi a quest’anno si potrà capire meglio se la battaglia contro questo grave problema si sia rafforzata, mostrando risultati ancora più ottimisti rispetto al 2020. Anche Apaca se l’augura, e intanto continua a dare tutto l’aiuto possibile ai nostri cani abbandonati, compresi quelli di chi li prende in rete da pseudocanili del Sud!

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