La nostra voce anche nel momento dell’eutanasia

Una ricerca pubblicata su NeuroImage rivela i cani hanno un attaccamento speciale alla voce del loro proprietario che genera un’attività cerebrale simile a quella di un neonato che ascolta la madre.

I neonati umani mostrano una risposta cerebrale legata alla ricompensa alla voce della madre, e sono attaccati ai loro genitori sicuramente sul piano affettivo, ma si rivolgono anche a loro per essere rassicurati. La ricerca voleva scoprire se i cani avevano dei meccanismi cerebrali alla base del loro amore per il loro padrone, e se questo generava lo stesso tipo di attaccamento visto negli umani. Ed è un ambito davvero interessante perchè “studiare i meccanismi cerebrali alla base dell’attaccamento cane-proprietario aiuta a capire quanto questo legame unico tra individui di specie diverse possa essere simile ad altre ben note relazioni tra conspecifici (ad esempio l’attaccamento bambino-madre)”.

I risultati hanno rivelato che il centro di ricompensa del cervello del cane è più sensibile alla voce del proprietario rispetto a quando parla un’altra persona: e i cani che sono più attaccati ai loro proprietari mostrano una maggiore risposta neurale alla voce del loro essere umano preferito, dimostrando di essere in grado di riconoscerla anche se lui non è visibile.

E’ stato anche scoperto che il potere della voce di un genitore può addirittura agire come sollievo dal dolore per i bambini e che i bambini prematuri manifestano minori segnali di stress quando possono sentire la voce della madre: lo studio pubblicato su NeuroImage rende del tutto probabile che il medesimo sollievo lo provi un cane malato o in fin di vita se la voce del suo umano lo consola. E se così è, dovremo necessariamente convincerci a non “fuggire” nel momento in cui il veterinario pratica l’eutanasia al nostro cane: la nostra voce potrebbe infatti aiutarlo ad affrontare con minore stress il momento della morte.

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