Il rifugio Apaca guarda come modello al Canile 3.0

Negli ultimi sei mesi Apaca ha cambiato pelle ed i soci ne sono pienamente consapevoli, tanto che si sono moltiplicati i messaggi di incoraggiamento e moltissimi chiedono informazioni sulle iniziative e partecipano alle attività che finora l’Associazione è riuscita ad organizzare.

Ormai è chiaro che Apaca ha in mente un canile molto diverso da quello a cui tutti eravamo abituati fino a qualche anno fa e il modello a cui si ispira è quel “Canile 3.0” che Luca Spennacchio – uno dei nomi più conosciuti ed apprezzati della zooantropologia applicata e della divulgazione cinofila, fondatore della Scuola C.Re.A. di formazione per esperti della consulenza in ambito cinofilo- indica come “luogo di servizi alla cittadinanza e centro di diffusione culturale del rapporto uomo–alterità animali”.

VolontariIn sostanza, l’ambizione di Apaca è di “trasformare il canile in un luogo dal quale si possa diffondere una nuova visione del cane per poterlo rivalutare e riconsiderare prezioso quanto in effetti è.” Pur continuando ad assicurare la cura e l’assistenza quotidiana ai cani abbandonati e maltrattati, il canile potrebbe, infatti, diventare anche “un centro servizi per la comunità e uno spazio didattico per le generazioni future”, cessando di essere soltanto “un luogo dove viene messo ciò che la comunità scarta e rifiuta” e trasformandosi, invece, in “un luogo dal quale escono compagni preziosi per la nostra stessa società”.

In questi ultimi mesi, Apaca si è mossa esattamente in questa direzione:
– ha messo in rete la vita del canile conquistando uno spazio molto frequentato nell’informazione cinofila provinciale;
– ha fatto entrare in rifugio gli educatori cinofili e avviato attività di riabilitazione e recupero che coinvolgono attivamente anche i volontari;
– ha promosso la nascita del tavolo provinciale di coordinamento delle associazioni animaliste, che ha già prodotto qualche risultato importante come, ad esempio, il corso per Guardie Eco-zoofile Oipa che avrà inizio il prossimo 20 novembre;
– ha partecipato a progetti di inserimento dei giovani nel volontariato attivo e ha programmato un’attività divulgativa che è iniziata con la recente conferenza presso l’Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali e proseguirà con incontri e corsi rivolti alla popolazione e ai giovani.

Certo si è solo agli inizi e l’obiettivo, ovviamente, resta ancora lontano, ma chiara è la strada da percorrere.

Nell’immediato, uno dei passi da compiere è l’affinamento del metodo e l’individuazione delle iniziative più adatte a realizzare il “canile 3.0” che Apaca ha in mente. E in questa attività di ricerca si inserisce la partecipazione della Presidente, Tamara De Cian e della Vicepresidente, Manuela Viezzer alla giornata di formazione che Luca Spennacchio terrà domani, sabato 17 ottobre, a Venezia. Nel corso della giornata, infatti, verrano messe in campo riflessioni, strategie e documentazioni di progetti svolti in molte strutture italiane, cercando risposte alla domanda di fondo che anche Apaca si è posta e si pone tutti i giorni: quali devono essere oggi gli obiettivi delle strutture d’accoglienza per cani abbandonati e a quali domande deve saper rispondere il canile-rifugio?

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