I cani fanno bene: insegnano empatia e ascolto anche ai “bulli”

Tra mille difficoltà, a settembre ricominceranno le scuole e ricompariranno, come ogni anno, anche gli episodi di bullismo, che nascono da comportamenti di prevaricazione spesso anticipatori di atteggiamenti che, in età adulta, possono degenerare in mobbing nel contesto del lavoro, in violenza di genere e in prepotenza sociale in tutte le sue manifestazioni.

Non è una novità che la creazione di contesti sani di socializzazione è essenziale per ostacolare l’attecchimento di queste forme di prevaricazione e sopruso che sono destinate ad avere pesanti conseguenze nella  sfera emotiva di bambini e ragazzi. Fra i possibili strumenti di aiuto per la gestione del problema del bullismo e di altre situazioni di difficoltà ci sono proprio gli interventi assistiti con gli animali.

La psicologa Giorgia Caucci, in un seminario sul bullismo di qualche anno fa, ha spiegato che: “A tutti i bambini e ragazzi piacciono gli animali, in particolare i cani. La Pet Therapy a scuola può essere di supporto sia con bambini “difficili” (ritardo psicomotorio e disturbi del comportamento) sia con l’intera classe, agendo sulla socializzazione, sulla relazione e sulla collaborazione. Quando un cane entra in classe le dinamiche cambiano, lasciando spazio all’armonia e alla coesione che portano nell’ambiente emozioni positive. Non solo. Il gruppo classe si unisce e prende forza. Quindi i cani si trasformano in veri e propri maestri, insegnando ai ragazzi l’importanza dell’empatia, della pazienza, e dell’ascolto.
Attraverso il gioco con il cane i ragazzi imparano ad esprimere la loro vivacità, condividendola gli uni con gli altri, ricavandone sensazioni di benessere. Quindi, giocare con il cane a scuola permette di stimolare l’interazione sociale e l’autostima. Il cane riveste un ruolo affettivo, grazie alla capacità relazionale dell’animale stesso, che permette ai ragazzi un continuo scambio emozionale.”

Secondo la psicologa, regolari incontri con il cane in classe possono aiutare anche “ad arginare e a prevenire il fenomeno della dispersione scolastica, attraverso l’aumento della motivazione, del senso di responsabilità e di appartenenza dello studente alla quotidianità scolastica, anche grazie ad eventuale affiancamento mirato di soggetti a rischio durante le materie ritenute più difficili”.

Come sempre APACA è disponibile agli incontri con i bambini e i ragazzi della scuola bellunese: quest’anno, in  particolare, l’associazione ha presentato la propria candidatura per il Progetto Scuola Attiva che sarà realizzato presso l’Istituto Comprensivo “Tina Merlin” di Belluno.

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