Noi e il cane

L’obiettivo è convivere in armonia
L'arrivo del cane
Quando viene dato in adozione, il cane che è stato ospitato nel rifugio Apaca è vaccinato, sterilizzato, microchippato e socializzato. Invece, non è quasi mai così quando, ad esempio, il cane arriva dal Sud Italia o dall’Est Europa o è stato scelto su un sito internet o prelevato da una cucciolata (magari non voluta) di un privato o da un allevamento non affidabile.
Quindi, entro breve tempo dall’arrivo in casa, oltre all’iscrizione del cane all’Anagrafe canina, è opportuno individuare un veterinario di fiducia, perchè:
– il cane va periodicamente sottoposto a vaccinazioni contro il cimurro, l’epatite virale e la parvovirosi ( le cd. “core vaccines” ossia vaccinazioni essenziali), malattie gravissime che portano molto spesso al decesso. Il veterinario potrà dare ogni informazione anche su altre vaccinazioni e profilassi, come quelle contro la leptospirosi, la rabbia (spesso obbligatoria per recarsi all’estero o in un alcune aree del Paese), la borreliosi di Lyme (provocata dalle zecche e trasmissibile anche all’uomo) o la filariosi. Per i vaccini cd. “core” la durata dell’immunità può essere davvero lunga: infatti, esistono in commercio prodotti che permettono di ripetere la vaccinazione ogni 3 anni;
– il cane è soggetto a parassiti interni (vermi intestinali) ed esterni (pidocchi, zecche, pulci e acari). La sverminazione è una profilassi che andrebbe ripetuta due volte all’anno, ma se si nota dimagrimento, inappetenza, vomito, eccessivo appetito o presenza di vermi nelle feci, il cane va portato con urgenza dal veterinario. Invece, nel caso di pidocchi, zecche, pulci e acari, è necessario eliminare al più presto il parassita. La soluzione migliore è comunque tentare di prevenire l’infestazione con applicazione di prodotti antiparassitari anche sui giacigli e sulle cucce.
Cani e bambini non devono mai essere lasciati soli e il bambino deve essere educato al rapporto con gli animali.
E’ molto importante che tutti i membri della famiglia imparino, al più presto, a riconoscere il significato dei sistemi comunicativi del cane e cerchino in ogni momento di mettersi nei suoi panni.
Per il cane la solitudine non è una condizione naturale. Va abituato gradualmente a rimanere da solo per dei periodi ragionevoli: alla fine, un cucciolo potrà rimanere da solo al massimo per 3-4 ore di seguito durante il giorno, mentre un cane adulto accetterà anche un periodo di 6-7 ore. Oltre questi limiti, la solitudine sarà causa di sofferenza.

Approfondimento: Linee guida per la vaccinazione del cane (e del gatto)

Non basta una cuccia
La sistemazione

Il cane adottato da Apaca vive pienamente la relazione con la famiglia e quindi avrà libero accesso all’abitazione, potrà viverci all’interno e non sarà costretto a lasciarla neppure durante la notte.
Tuttavia, molti di coloro che acquistano o decidono di prendere con sé un cane purtroppo separano ancora la propria quotidianità da quella del loro compagno non umano, che magari viene “abbandonato” in giardino o chiuso in un box. Si tratta di detenzioni di pessima qualità etologica, per le quali la normativa stabilisce quantomeno dei requisiti minimi.
Se il cane è tenuto all’aperto, deve disporre di una zona d’ombra e di un riparo. La cuccia deve essere ben isolata, sollevata dal suolo e collocata in un luogo privo di correnti o di eccessivo calore. La legge della Regione Veneto n.17 del 19.6.2014 vieta l’utilizzo della catena e di qualunque altro strumento di contenzione similare. Se il cane è tenuto in un box, oltre a quanto richiesto per la detenzione all’aperto, è necessario che la recinzione sia di altezza adeguata (almeno 220 cm se il cane è di grossa taglia) e fissata al fondo per impedire fughe; la trama del materiale con cui è costruita la recinzione non deve permettere la fuoriuscita del muso; la porta di ingresso deve avere l’apertura preferibilmente rivolta verso l’interno del box, che deve essere costruito con materiale facilmente lavabile e disinfettabile.
Se il cane, invece, è tenuto all’interno della casa, la cuccia (cestino, brandina, ecc.) va messa in un angolo dove non dia fastidio, lontano dalle correnti d’aria e da stufe, caloriferi o caminetti, ma da dove il cane possa stare al corrente di quello che succede.
La cuccia e il giaciglio vanno mantenuti puliti e periodicamente trattati con antiparassitari.
Sia se è detenuto all’esterno, sia se vive all’interno dell’abitazione, il cane deve avere sempre a disposizione una ciotola d’acqua fresca e pulita (l’acqua deve essere particolarmente abbondante se il cane viene alimentato con mangime secco).
Soprattutto se è ancora cucciolo (ma vale anche per i cani adulti e per quelli anziani), non lasciate mai in giro prodotti tossici o nocivi, detersivi, topicidi, diserbanti e concimi. Attenzione anche ai cavi elettrici, alle pentole sui fornelli e a molte piante ornamentali!

Alimentazione e salute, binomio inscindibile
L'alimentazione
Una corretta alimentazione permette al cane di crescere sano e di mantenersi in buone condizioni di salute.
Al cane servono: carboidrati, proteine, grassi, vitamine, minerali e acqua in giuste proporzioni.
La dieta casalinga può essere rappresentata da carne, pesce, uova, latte, riso, cereali, verdure, ecc. In ogni caso, una dieta di questo tipo non può essere mai costituita esclusivamente dai resti della tavola.
Esistono anche diete molto orientate, come la Barf o la vegetariana e la vegana.
I cani amano rosicchiare le ossa, ma spesso pagano duramente questo capriccio. Sono da evitare assolutamente le ossa di pollo, di coniglio, di maiale, di volatili (salvo che non siano state macinate, come nella dieta Barf), perchè tendono a scheggiarsi, causando gravi danni all’apparato gastro-intestinale (perforazioni, occlusioni). Anche altri tipi di ossa possono nuocere, provocando vomito o diarrea o masse responsabili di costipazione e occlusioni intestinali.
I cibi industriali (alimenti umidi, come le scatolette di carne e secchi, come il mangime) offrono il vantaggio di essere già pronti e di contenere nelle giuste dosi tutte le sostanze e i nutrienti di cui il cane ha bisogno. Attenzione, però a usare prodotti di qualità.
Quando si passa da una dieta casalinga a prodotti industriali o viceversa o anche semplicemente da un mangime all’altro, è necessario farlo con gradualità per evitare al cane problemi intestinali.
Attenzione, infine, a molte sostanze e alimenti che si trovano facilmente in casa e sulle nostre tavole e che possono essere nocive o addirittura tossiche per il cane.
Il veterinario potrà dare ogni utile consiglio per una dieta corretta.
Osservare il cane può salvargli la vita
I sintomi di malattie
Dopo aver osservato il proprio cane per un po’ di tempo, si è in grado di stabilire se gode di buona salute, se magari è solo un po’ “abbattuto” oppure se è stato colpito da una malattia seria.
Il rifiuto totale del cibo per più di 24 ore è sintomo che qualcosa di serio sta succedendo.
Muco nelle feci e tracce di sangue sono segni che il cane non sta affatto bene.
Un pancione e allo stesso tempo sintomi di debolezza generale indicano che qualcosa non va.
Lo zoppicare o il leccarsi una zampa sono segnali di qualcosa di doloroso agli arti.
Eritemi, croste o lesioni alopeciche possono essere il sintomo di malattie infettive anche gravi.
La mancanza di interesse è un altro sintomo di indisposizione o malattia.
Vomito, eccessiva secrezione salivare, irrequietezza e difficoltà a respirare possono essere sintomi della torsione dello stomaco, una patologia gravissima che richiede l’immediato intervento del veterinario.
Anche il nascondersi in luoghi bui può essere un segnale che il cane è ammalato.
Una qualsiasi secrezione dagli occhi o dal naso o dall’orecchio va fatta controllare.
In ogni caso, non tentare mai di curare il cane da soli: va portato tempestivamente dal veterinario.
Il cane è un animale sociale, come noi
Nella comunità umana
In tutti i luoghi pubblici il cane deve essere condotto al guinzaglio (di misura non superiore a mt. 1,50) e, se ha tendenza a morsicare o la situazione lo richiede, con la museruola rigida o morbida (che altrimenti il proprietario o l’accompagnatore deve semplicemente avere con sè per poterla utilizzare in caso di necessità e, quindi, senza l’obbligo di farla sempre indossare al cane).
L’accompagnatore deve essere munito di paletta per la raccolta degli escrementi (possono bastare anche semplici sacchetti per congelare i cibi che consentono di raccogliere gli escrementi, di essere quindi rovesciati su se stessi e, alla fine, di essere chiusi e depositati nei cassonetti).
Contravvenire a queste regole di comportamento fa incorrere il proprietario in sanzioni pecuniarie e lo espone al risarcimento degli eventuali danni provocati.
Il cane è un animale sociale e, prestando le dovute attenzioni, è essenziale farlo incontrare anche con altri suoi simili. Le interazioni tra cani sono fondamentali sia nel cucciolo che nel cane adulto: un’aggressività manifestata verso tutti i tipi di cane è un serio problema comportamentale, che va risolto con l’aiuto di un professionista.
Se si notano comportamenti problematici, è fondamentale rivolgersi esclusivamente ad educatori e centri riconosciuti e qualificati.
E’, poi, necessario stipulare una polizza assicurativa per i danni che il cane può provocare a terzi (responsabilità civile).
Se si decide di portare il cane in auto, bisogna sistemarlo preferibilmente in un trasportino, che è il sistema di trasporto più sicuro per l’animale. Bisogna avere sempre in auto dell’acqua da poter somministrare al cane. E’, poi, necessario ricordarsi di effettuare ogni tanto una sosta affinchè possa fare i propri bisogni.
Soprattutto d’estate, non si deve mai lasciare il cane nell’auto in sosta, anche se con i finestrini un po’ aperti: il rischio è che incorra nel temibile colpo di calore, un evento che può portare alla morte dell’animale.
La benevolenza non basta
Il benessere del cane in cinque libertà
Il “benessere del cane” è un concetto davvero ampio, soggetto ad evoluzione a mano a mano che crescono l’attenzione scientifica e la sensibilità al tema.
Da molto tempo, studiosi e scienziati hanno chiarito che la valutazione del benessere non può basarsi su principi antropomorfi, cioè sulla tendenza ad attribuire a specie diverse dalla nostra percezioni e sensazioni umane. Infatti, ogni specie ha caratteristiche proprie sia dal punto di vista anatomico e funzionale, che da quello etologico, rappresentato dall’etogramma ossia dall’insieme dei moduli comportamentali tipici di ogni specie.
Ciò ha portato alla definizione di schemi di valutazione, tra i quali il Brambell Report, commissionato e voluto dal governo britannico nel 1965, che riconobbe agli animali allevati e da reddito 5 libertà:
1. Libertà di alzarsi (“stand up”).
2. Libertà di sdraiarsi (“lie down”).
3. Libertà di girarsi (“turn around”).
4. Libertà di prendersi cura del proprio corpo (“groom themselves”).
5. Libertà di stiracchiare le gambe (“stretch their limbs”)
Nel 1979, il governo inglese aggiornò il documento, rinominando e ridefinendo le 5 libertà, che da quel momento divennero i principi generali del benessere animale, estendibili a tutti gli animali detenuti dall’uomo, compresi, dunque, quelli cosiddetti da compagnia.
Nella versione contemporanea, il Brambell Report definisce, dunque, cinque basilari principi di libertà che devono essere soddisfatti per garantire il benessere psico-fisico di un animale. Fino agli anni Novanta del secolo scorso, l’approccio non poteva, però, che essere di tipo protezionistico tradizionale, ossia finalizzato a tutelare un essere indifeso, percepito come inferiore rispetto all’uomo: in epoca più recente, invece, l’affermazione del principio che gli animali sono esseri senzienti (ossia esseri consapevoli del corpo e quindi del dolore, della sensorialità e degli stati emozionali) porta a legare i loro diritti non solo ad una vita di non sofferenza, ma anche alla possibilità che ad ogni individuo va assicurata di poter far crescere le caratteristiche proprie della specie a cui appartiene e anche quelle intrinseche alla sua singolarità.
E’ così che, non solo le cinque originarie libertà del Brambell Report hanno assunto caratteri e contenuti molto più sofisticati ed etologicamente corretti, ma è stata individuata e proposta anche una nuova sesta libertà: la LIBERTA’ DI PROVARE EMOZIONI POSITIVE, che fa riferimento non più soltanto al diritto ad una vita non sofferente, ma al diritto di tutti gli animali detenuti dall’uomo ad avere una vita che merita di essere vissuta.

LA LIBERTA’ DALLA FAME, DALLE SETE E DALLA CATTIVA NUTRIZIONE
Si tratta della libertà inerente a fabbisogni elementari che non possono essere ricondotti soltanto al facile accesso all’acqua o a una generica dieta in grado di favorire lo stato di salute. Ciò che viene richiesta è, infatti, una corretta e più complessa valutazione delle esigenze relative alla qualità, quantità e frequenza dei pasti somministrati a ogni animale, somministrazione che deve avvenire nel rispetto della fisiologia, dell’età, della taglia, delle condizioni climatiche e delle esigenze etologiche tipiche di ciascuna specie.
Non tutti i cibi sono uguali e non tutti i cani possono mangiare lo stesso cibo: allergie e intolleranze devono essere affrontate con cibi idonei, così come vanno evitati il sovrappeso e l’obesità, il sottopeso e la malnutrizione.
Dunque, fornire una dieta di scarsa qualità o inadeguata – rispetto alla fisiologia, all’età, alla taglia e alle esigenze etologiche del cane – viola questa libertà, che ricomprende anche il dovere per il detentore di custodire e impedire la fuga dell’animale, un evento che – nel caso degli animali da compagnia – metterebbe in pericolo la loro possibilità di nutrirsi e sopravvivere.
LA LIBERTA’ DI DISPORRE DI UN AMBIENTE FISICO ADEGUATO
Ogni animale ha diritto di vivere in un ambiente fisico adeguato, ossia in un luogo con condizioni adatte di temperatura, umidità, ventilazione ed illuminazione.
Occorre, quindi, che il cane sia protetto da condizioni climatiche avverse, ma anche che il detentore curi la pulizia e l’igiene del box e di tutti i locali e le attrezzature (ciotole, cucce, giacigli) a disposizione degli animali.
Utilizzare ambienti pericolosi o materiali fatiscenti o di recupero per la costruzione di box e recinti, così come negare cucce e ripari ben coibentati viola questa libertà, che non viene rispettata neppure nel caso il sito di detenzione destinato a cani anziani o malati non sia adatto alle loro condizioni. Se il cane vive all’interno delle abitazioni, si rispetterà il suo diritto ad un ambiente fisico adeguato se saranno garantite una rumorosità contenuta e una luminosità che rispetti il ritmo circadiano.
Una delle necessità fisiologiche importanti da rispettare per quanto riguarda l’ambiente è la possibilità per il cane (ma vale ovviamente per ogni altro animale) di muoversi liberamente: la costrizione fisica data da uno spazio angusto o da una catena o da un qualsiasi altro mezzo di contenimento pregiudica seriamente il benessere fisico e mentale del cane, inducendo anche reazioni aggressive che solo un pessimo detentore considererà imprevedibili e ingiustificate.
Il bisogno primario di movimento si esprimere anzitutto con la semplice deambulazione (muoversi agevolmente all’interno del ricovero e poter uscire più volte al giorno dal luogo di detenzione), ma comprende anche con la possibilità di effettuare salti e corse che varieranno in intensità, durata e frequenza a seconda dell’età, dello stato di salute e anche della razza.
Se si hanno più cani o cani e gatti insieme è bene ricordare che oltre al piacere di una vita insieme, ogni individuo ha bisogno anche di uno spazio personale.
LA LIBERTA’ DAL DOLORE, DALLE FERITE E DALLE MALATTIE
La libertà fa riferimento al dolore in qualunque sua espressione ed al diritto di ogni animale di esserne sollevato attraverso la prevenzione o la rapida diagnosi e la pronta terapia.
Può essere una sofferenza fisica data da maltrattamenti (e, quindi, in diretta relazione con la compromissione anche della libertà dalla paura) oppure indiretta e dovuta, ad esempio, a malattie non curate. La valutazione del dolore negli animali non può né essere superficiale, né basarsi sulla diversità di manifestazione dello stato di sofferenza rispetto all’uomo. Ignorare o sottovalutare il dolore percepito dall’animale è dunque una grave omissione, che può anche implicare rischi per l’incolumità di persone ed altri animali, mentre la mancata diagnosi di patologie viola il diritto alla libertà dalle malattie che, se infettive, possono coinvolgere altri soggetti umani e non umani.
E’ dolore anche l’angoscia: una sofferenza di natura psichica, che può derivare, ad esempio, dalla impossibilità, in caso di paura, di esprimere i comportamenti di fuga o di attacco.
A questa libertà vanno anche ricondotti i concetti di terapia, di accanimento terapeutico e di eutanasia, che deve essere sempre eseguita nel rispetto delle buone pratiche, preceduta da anestesia profonda in modo da evitare ogni tipo di stress all’animale.
Anche privare i cani delle necessarie cure veterinarie viola questa libertà, esattamente come negare loro il diritto alla prevenzione dalle patologie, prevenzione che include principalmente le vaccinazioni essenziali, ma comprende anche l’impiego degli antiparassitari per i parassiti esterni e la detartrasi, ossia la rimozione del tartaro e della placca dallo smalto dentale, un intervento che previene difficoltà masticatorie, infiammazione gengivale, perdita di denti e propagazione all’intero organismo dei batteri del cavo orale, in grado di dar luogo, nel tempo, a patologie anche gravi.
Sottoporre il cane ad eccessi performativi (come legarlo alla propria bicicletta) o sfruttare la sua attività riproduttiva viola il diritto del cane alla libertà dal dolore, libertà che viene pregiudicata anche dall’essere chiusi in un’auto in condizioni microclimatiche avverse.
LA LIBERTA’ DI ESPRIMERE I COMPORTAMENTI FISIOLOGICI ED ETOLOGICI DELLA SPECIE
La libertà di esprimere i comportamenti fisiologici ed etologici della specie è, forse, la più complessa e senz’altro quella che presenta contenuti in maggiore evoluzione scientifica.
Di fatto, le legislazioni non sembrano preoccuparsi di adeguare norme e disposizioni ai risultati della ricerca e, quindi, riconoscono l’importanza soltanto delle libertà di espressione fondamentali: quelle essenziali di movimento (alzarsi, coricarsi, girarsi, provvedere alla cura del corpo), quelle di riposo e quelle di contatto con animali della stessa o di diversa specie.
Ma il registro dei comportamenti innati e di quelli appresi è continuamente arricchito dalla ricerca etologica e dalle neuroscienze e sempre più elementi concorrono alla valutazione del benessere di un animale. A volte, anche i legislatori recepiscono in maniera esplicita i risultati di questa ricerca: ne è un esempio il riconoscimento da parte della legislazione svizzera dello stato di sofferenza che soggetti di specie gregarie come il cane provano nell’essere lasciati in totale solitudine per tempi prolungati. Tuttavia, non accade così per altri diritti del cane, come ad esempio la possibilità che deve essergli riconosciuta di comunicare le proprie emozioni, un diritto leso dai dispositivi volti a inibire le vocalizzazioni canine il cui diffusissimo utilizzo, pur violando la libertà del cane di esprimere un comportamento tipico della specie, non è vietato.
Esempi importanti di libera espressione etologica sono forniti anche dal gioco e dal sonno. Il gioco è una manifestazione tipica non solo degli animali giovani – per i quali è strumento di conoscenza dell’ambiente e prova generale per ciò che saranno gli atteggiamenti in età adulta –, ma anche degli adulti – e addirittura degli anziani- per i quali non è più apprendimento, ma diventa espressione di sentimenti positivi quali gioia, spensieratezza e benessere psichico e sociale. Ecco perché quando il gioco tende a diminuire o a scomparire è indispensabile interrogarsi sui motivi del fenomeno, quasi sempre legato a condizioni di malessere fisico o psichico del cane.
Anche il sonno fornisce indicazioni sullo stato di benessere: infatti, la ricerca di posti isolati e bui per il riposo, nonché la dilatazione in senso temporale del sonno, a volte, sono indicatori di uno stato di malessere psico- fisico che chi detiene il cane ha l’obbligo di affrontare, consapevole comunque che il riposo ha senso solo se prima c’è stata attività e che perciò il benessere del cane è legato certamente alla qualità del sonno ma anche alla qualità del movimento.
E’ espressione di uno stato di benessere anche un appetito sano nella quantità come nella qualità. Viceversa, l’ingestione di sostanze inorganiche o comunque anomale per la specie denota un turbamento mentale o un problema clinico, così come una richiesta di cibo esagerata può avere la stessa duplice genesi.
Anche gli atti di defecazione e urinazione compiuti in luoghi impropri – ad esempio nell’acqua di abbeverata o nei luoghi di riposo – può essere un segnale di disagio che va indagato.
La percezione da parte dell’animale di un ambiente inadeguato determina, poi, quasi sempre una risposta che si traduce in un’alterazione del comportamento, come l’apatia, l’immobilità, il raspamento continuo su recinzione e suolo, gli atteggiamenti contemporanei di sottomissione ed aggressività, i movimenti di andirivieni ripetuti, i grattamenti reiterati e prolungati, l’iperaggressività, l’eccitazione e le stereotipie. Sono tutte manifestazioni di mancanza di benessere, che bisogna essere in grado di rilevare come precisi e univoci indicatori di sofferenza, di cui va rimossa anzitutto l’origine magari con l’aiuto di medici veterinari, comportamentalisti ed educatori cinofili.
LA LIBERTA’ DALLA PAURA E DAL DISAGIO
In questa libertà risiedono le fondamenta di un equilibrato e rispettoso rapporto uomo-animale.
Chi detiene un qualsiasi animale – da reddito come da compagnia – deve assicurargli condizioni che evitino sofferenza mentale e deve essere in grado di comprendere quali sono gli eventi o gli stimoli stressanti, le loro conseguenze sulla salute e sul comportamento dell’animale e conoscere e mettere in atto le modalità per prevenirli.
Gli animali hanno il diritto di essere protetti da eventi e stimoli che provocano emozioni negative: la paura e lo stress ripetuti determinano una situazione incompatibile con la salute e con il benessere di ogni animale. Ad esempio, nell’educazione del cane è fondamentale che lo scopo finale che ci si prefigge (quale può essere il richiamo o la condotta al guinzaglio o il divieto di sporcare in casa) sia raggiunto senza suscitare paura o timore da parte dell’animale. Il metodo educativo corretto è basato sui premi, mentre devono essere evitati tutti i metodi e gli strumenti che possano provocare disagio o dolore (come, ad esempio, il collare elettrico, il collare a punta, il collare a strozzo, le punizioni fisiche e verbali). In sostanza, il cane va “abituato” gradualmente e senza forzature o accelerazioni al comportamento desiderato: in etologia per “abituazione” si intende la graduale diminuzione dell’attenzione e della risposta di un soggetto a uno stimolo e, quindi, per abituare il cane a uno stimolo è necessario che lo stimolo sia presentato ripetutamente ma sempre in maniera corretta, cioè a una intensità tale da non scatenare reazioni di paura.
Anche lasciare il cane troppo a lungo da solo è fonte di stress, così come esporlo a rumori forti (come, ad esempio, i fuochi artificiali e i petardi) o invadendo il suo spazio personale (ad esempio interrompendo il sonno o sottoponendolo a costrizione fisica) o non preparandolo adeguatamente all’arrivo di un nuovo membro della famiglia, umano o animale che sia.
Sono comportamenti che integrano la violazione della libertà dalla paura e dal disagio sia traumatizzando o privando il cane di contatti sociali, visivi e uditivi, sia manipolandoli in modo non corretto (ignorando, ad esempio, la mappa delle zone “calde” e “fredde” che corrispondono ad aree del corpo che il cane accetta possano o meno essere toccate dall’uomo o da altri cani).
Dunque, chi detiene animali deve essere in grado di comprendere quali siano gli eventi o gli stimoli in grado di produrre stress, quali le conseguenze sulla salute e sul comportamento e quali siano i modi per prevenirli ed evitarli.

Scarica Il benessere del cane in cinque libertà

Le informazioni contenute nella guida “Noi e il cane” di www.associazioneapaca.eu sono ideate per integrare e non sostituire le indicazioni fornite dal veterinario di fiducia

"Se un cane non viene da te dopo averti guardato in faccia, dovresti andare a casa e fare un esame di coscienza"
(Thomas Woodrow Wilson - politico statunitense)

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