L’obiettivo è convivere in armonia
Quindi, entro breve tempo dall’arrivo in casa, oltre all’iscrizione del cane all’Anagrafe caninaChe cos'è l'Anagrafe caninaIn base alla legge n. 281 del 1991 e all'Accordo Stato_regioni del 24 gennaio 2013: presso il settore veterinario di ogni Unità locale socio-sanitaria è istituita l'anagrafe canina alla quale tutti i cani devono essere iscritti entro il secondo mese di vita o entro trenta giorni dopo essere stati raccolti se randagi; chiunque sia detentore di un cane ha l'obbligo di denunciarne il possesso e di iscriverlo all'anagrafe canina; il detentore del cane ha l'obbligo di denunciare al settore veterinario competente la morte, lo smarrimento, il passaggio di proprietà e il cambio di residenza dell'animale entro 15 giorni dall'avvenimento; l'iscrizione all'anagrafe canina è gratuita. Per i cani adottati è Apaca ad occuparsi dell'intera procedura amministrativa., è opportuno individuare un veterinario di fiducia, perchè:
– il cane va periodicamente sottoposto a vaccinazioni contro il cimurroChe cos'è il cimurroIl cimurro è una malattia infettiva che colpisce soprattutto i giovani cani, fortemente contagiosa e provocata da un virus del genere Morbillivirus. Può colpire indifferentemente tutti gli organi dell'animale e, pertanto, la sintomatologia può essere molto variabile: si può avere una forma cutanea con esantema petecchiale, inizialmente diffuso alla regione addominale ma che può espandersi a tutto il corpo; una forma respiratoria con scolo mucopurulento nasale, tosse, bronchite e broncopolmonite; una forma intestinale con enterite catarrale spesso emorragica; una forma paralitica con contrazioni dei gruppi muscolari delle cosce, delle spalle, distrofia muscolare, specialmente del treno posteriore e una paraparesi che si aggrava sino alla tetraplegia e, infine, una forma mista respiratoria e gastroenterica., l’epatite virale e la parvovirosiChe cos'è la parvovirosiLa parvovirosi del cane è una malattia virale contagiosa caratterizzata da gastroenterite e, meno frequentemente, da miocardite e che presenta un notevole tasso di mortalità.
Il virus si trasmette principalmente mediante un ciclo oro-fecale: si contrae per via nasale e orale, non è necessario il contatto diretto ma anche solo il contatto con escrementi e liquidi organici di pazienti infetti.
Di solito la parvovirosi si manifesta principalmente nei cuccioli di età compresa tra le 6 settimane e i 6 mesi, ma colpisce frequentemente anche i cani adulti non vaccinati.
Colpisce più facilmente alcune razze rispetto ad altre, come il Dobermann Pinscher, Rottweiler, English Springer Spaniel, Pastore Tedesco, American Pit Bull Terrier e Bassotto. ( le cd. “core vaccines” ossia vaccinazioni essenziali), malattie gravissime che portano molto spesso al decesso. Il veterinario potrà dare ogni informazione anche su altre vaccinazioni e profilassi, come quelle contro la leptospirosiChe cos'è la leptospirosiLa leptospirosi è una malattia originata da batteri di vario genere che fanno capo alla specie Leptospira interrogans. Il cane si può infettare in maniera diretta (contatto con urina infetta sia di cane che di topo; ingestione di carcasse di topi o ricci; contatto venereo; per via transplacentare), sia per via indiretta (acque, terreno, cibo, lettiere contaminati). Le leptospire possono penetrare nel corpo del cane anche tramite abrasioni e piccole ferite cutanee.
L’habitat ideale per le leptospire è l'acqua calda e stagnante: il periodo più pericoloso per contrarre la malattia è rappresentato dalla tarda estate e dall’autunno, mentre temperature sotto lo O° uccidono le leptospire.
La leptospirosi produce danno renale acuto, danno epatico ed emorragie polmonari.
La malattia è anche una zoonosi, cioè può essere trasmessa agli esseri umani e ad altri animali., la rabbiaChe cos'è la rabbiaE' una malattia pericolosa di carattere virale, che si trasmette mediante contatto con la saliva di animali infetti (morso e più raramente leccamento di una ferita o di una mucosa). Comincia a manifestarsi dalle 3 alle 8 settimane dal contagio, con un cambiamento radicale del comportamento tipico del cane: se era docile diventa aggressivo, se era aggressivo diventa inspiegabilmente calmo. Seguono nervosismo e ricerca di isolamento, ipersensibilità a luce e rumori, insonnia e disorientamento (rabbia furiosa). La seconda fase della malattia è detta paralitica, perchè porta alla paralisi dei muscoli del collo, della testa e della mascella, con difficoltà nella deglutizione. Nella fase terminale la paralisi colpisce il diaframma e il cane muove per soffocamento.
Se non curata, la malattia è mortale. (spesso obbligatoria per recarsi all’estero o in un alcune aree del Paese), la borreliosi di Lyme (provocata dalle zecche e trasmissibile anche all’uomo) o la filariosiChe cos'è la filariosiLa filariosi cardio-polmonare è una malattia provocata da un verme tondo denominato Dirofilaria immitis.
I cani sono gli ospiti ideali: le larve di questo parassita vengono trasmesse dalla puntura di una zanzara all’interno della quale la larva assunta compie una muta, raggiungendo lo stadio di larva infestante. Penetrando attraverso la ferita prodotta dalla puntura, la larva raggiunge le arterie polmonari dove si trasforma in parassita adulto, che, a sua volta, produce milioni di larve che circolano nel sangue periferico del cane. Una zanzara che dovesse pungere il cane infetto assumerà queste larve, rinnovando il ciclo biologico.
La malattia si manifesta solo in uno stadio avanzato, quando compaiono tosse persistente, difficoltà respiratorie e facile affaticabilità, fino alle sincopi e, quindi, alla morte dell’animale.. Per i vaccini cd. “core” la durata dell’immunità può essere davvero lunga: infatti, esistono in commercio prodotti che permettono di ripetere la vaccinazione ogni 3 anni;
– il cane è soggetto a parassiti interni (vermi intestinaliI vermi intestinali nel caneI più frequenti parassiti intestinali del cane sono: gli ascaridi (colpiscono innanzitutto i cuccioli, perchè vengono trasmessi dalla madre nella fase terminale della gravidanza e con l'allattamento. La trasmissione avviene per ingestione delle uova prodotte dai parassiti adulti nell'intestino), gli anchilostomi (più frequenti nei cani giovani, vengono trasmessi attraverso l'ingestione delle uova), i tricuridi (infettano cani di tutte le età. La trasmissione avviene attraverso l'ingestione di uova) e la tenia (i vermi adulti si insediano nell'intestino e consumano parte del cibo ingerito dal cane. La trasmissione avviene attraverso l'ingestione di uova, ma molto spesso anche attraverso le pulci).
Anche gli esseri umani e soprattutto i bambini possono essere contaminati.) ed esterni (pidocchiI pidocchi nel caneSono parassiti cutanei in grado di provocare una leggera dermatite cronica, se le infestazioni sono moderate. Se, invece, le infestazioni sono molto consistenti le irritazioni possono essere anche gravi.
I pidocchi degli animali sono parassiti specie-specifici: vivono solo su un'unica specie e, perciò, non si trasmettono all'uomo. Analogamente, i pidocchi dell'uomo non si trasferiscono agli animali., zecche, pulciLe pulci nel caneLe pulci possono produrre irritazione cutanea, perdita di pelo, dermatite allergica e sono un vettore della Dipylidium caninum, la tenia del cane.
La trasmissione avviene attraverso contatto con animali infestati oppure in ambienti (compresi prati, boschi, parchi) in cui le pulci sono presenti.
Le pulci del cane possono attaccare altri animali e anche l'uomo, così come le pulci dell'uomo possono attaccare il cane. e acariGli acari nel caneGli acari sono responsabili di malattie genericamente chiamate con il termine“rogna”, il cui principale sintomo è il prurito, accompagnato da un arrossamento della pelle e dalla comparsa di crosticine. Esistono vari tipi di “rogna”: la rogna sarcotipa (scabbia) che è molto contagiosa e colpisce il cane a qualsiasi età e, in determinate condizioni, anche l'uomo; la cheyletiellosi che è abbastanza frequente soprattutto nei cani che vivono in ambienti poco igienici; la rogna otodettica (rogna dell'orecchio) il cui sintomo principale è un'eccessiva produzione di cerume nerastro, accompagnato dallo scuotimento frequente della testa; e, infine, la rogna demodettica (rogna rossa) che è una infiammazione della pelle trasmessa dalla madre ai cuccioli.). La sverminazione è una profilassi che andrebbe ripetuta due volte all’anno, ma se si nota dimagrimento, inappetenza, vomito, eccessivo appetito o presenza di vermi nelle feci, il cane va portato con urgenza dal veterinario. Invece, nel caso di pidocchi, zecche, pulci e acari, è necessario eliminare al più presto il parassita. La soluzione migliore è comunque tentare di prevenire l’infestazione con applicazione di prodotti antiparassitari anche sui giacigli e sulle cucce.
Cani e bambini non devono mai essere lasciati soli e il bambino deve essere educato al rapporto con gli animali.
E’ molto importante che tutti i membri della famiglia imparino, al più presto, a riconoscere il significato dei sistemi comunicativiCome comunica il cane?La comunicazione olfattiva comprende la marcatura (tramite urine, feci e secrezioni anali), il raspare con le zampe nel terreno (serve a spargere l'odore e non a coprire le feci), l'annusare il posteriore (per sentire l'odore molto individuale dei sacchi anali).
La comunicazione acustica comprende cinque gruppi di suoni base: infantili (guaiti e mugolii), di avvertimento (abbaio, ringhio), di riunione (ululato), di separazione (lamenti) e di appagamento (gemiti, brontolii).
La comunicazione visiva è realizzata, in particolare, attraverso la postura, ossia l’insieme delle posizioni delle diverse parti del corpo (coda, orecchie, testa, arti, apertura della bocca, sollevamento del pelo, ecc.).
Un'intera gamma di segnali -detti segnali calmanti- viene dedicata dal cane al raffreddamento e alla prevenzione dei conflitti.
L'interpretazione scorretta di un segnale inviato dal cane crea un errore di comunicazione, dal quale possono nascere reazioni inattese o inappropriate da parte del cane. del cane e cerchino in ogni momento di mettersi nei suoi panniMettersi sempre nei panni del caneUn cane che è vissuto nel box è abituato a sporcare nello stesso luogo dove vive e su una superficie molto più simile al pavimento di casa che non ad un prato: occorre, quindi, abituarlo alla nuova possibilità di poter fare i bisogni in un luogo diverso da quello in cui dovrà vivere. Lo stesso vale per i vocalizzi: non bisogna chiedersi 'come si può fare a farlo smettere', ma piuttosto 'perchè si comporta così?', 'qual'è il motivo del suo disagio?.
Per il cane la solitudine non è una condizione naturale. Va abituato gradualmente a rimanere da solo per dei periodi ragionevoli: alla fine, un cucciolo potrà rimanere da solo al massimo per 3-4 ore di seguito durante il giorno, mentre un cane adulto accetterà anche un periodo di 6-7 ore. Oltre questi limiti, la solitudine sarà causa di sofferenzaIl disagio da separazioneIl disagio da separazione può portare il cane a sporcare in casa o a distruggere qualche oggetto: bisogna assolutamente evitare di punirlo o sgridarlo, poichè non potrà comprendere il motivo della punizione. Manifestazioni persistenti o addirittura permanenti di disagio da separazione richiedono l'intervento di un educatore..
Approfondimento: Linee guida per la vaccinazione del cane (e del gatto)
Non basta una cuccia
Il cane adottato da Apaca vive pienamente la relazione con la famiglia e quindi avrà libero accesso all’abitazione, potrà viverci all’interno e non sarà costretto a lasciarla neppure durante la notte.
Tuttavia, molti di coloro che acquistano o decidono di prendere con sé un cane purtroppo separano ancora la propria quotidianità da quella del loro compagno non umano, che magari viene “abbandonato” in giardino o chiuso in un box. Si tratta di detenzioni di pessima qualità etologica, per le quali la normativa stabilisce quantomeno dei requisiti minimi.
Se il cane è tenuto all’aperto, deve disporre di una zona d’ombra e di un riparo. La cuccia deve essere ben isolata, sollevata dal suolo e collocata in un luogo privo di correnti o di eccessivo caloreColpo di sole e colpo di caloreC'è differenza tra 'colpo di calore' e 'colpo di sole', ma i sintomi sono simili e anche i rischi sono pressochè identici, morte compresa.
Il colpo di calore è una grave condizione patologica (surriscaldamento di tutto l'organismo), che si verifica quando gli animali sono esposti a temperature ambientali e umidità relativa elevate, con scarsa o assente ventilazione o in situazioni di stress (spazi angusti o sforzi eccessivi).
Il colpo di sole, invece, è una grave condizione patologica che si verifica quando l’animale è esposto all’irradiazione diretta del sole, da cui non può sottrarsi perché impossibilitato a spostarsi (es.cane a catena, gabbie esposte al sole). I cani a mantello nero sono più a rischio di insolazione perché il colore scuro aumenta la rifrazione dei raggi solari.. La legge della Regione Veneto n.17 del 19.6.2014 vieta l’utilizzo della catena e di qualunque altro strumento di contenzione similare. Se il cane è tenuto in un box, oltre a quanto richiesto per la detenzione all’aperto, è necessario che la recinzione sia di altezza adeguata (almeno 220 cm se il cane è di grossa taglia) e fissata al fondo per impedire fughe; la trama del materiale con cui è costruita la recinzione non deve permettere la fuoriuscita del muso; la porta di ingresso deve avere l’apertura preferibilmente rivolta verso l’interno del box, che deve essere costruito con materiale facilmente lavabile e disinfettabile.
Se il cane, invece, è tenuto all’interno della casa, la cuccia (cestino, brandina, ecc.) va messa in un angolo dove non dia fastidio, lontano dalle correnti d’aria e da stufe, caloriferi o caminetti, ma da dove il cane possa stare al corrente di quello che succede.
La cuccia e il giaciglio vanno mantenuti puliti e periodicamente trattati con antiparassitari.
Sia se è detenuto all’esterno, sia se vive all’interno dell’abitazione, il cane deve avere sempre a disposizione una ciotola d’acqua fresca e pulita (l’acqua deve essere particolarmente abbondante se il cane viene alimentato con mangime secco).
Soprattutto se è ancora cucciolo (ma vale anche per i cani adulti e per quelli anziani), non lasciate mai in giro prodotti tossici o nocivi, detersivi, topicidi, diserbanti e concimi. Attenzione anche ai cavi elettrici, alle pentole sui fornelli e a molte piante ornamentali!
Alimentazione e salute, binomio inscindibile
Al cane servono: carboidrati, proteine, grassi, vitamine, minerali e acqua in giuste proporzioni.
La dieta casalinga può essere rappresentata da carne, pesce, uova, latte, riso, cereali, verdure, ecc. In ogni caso, una dieta di questo tipo non può essere mai costituita esclusivamente dai resti della tavola.
Esistono anche diete molto orientate, come la BarfLa dieta BarfE' una dieta a crudo, composta per il 60-80% da ossa polpose (o ossa carnose, ossia ossa non portanti e ampiamente ricoperte di carne) ad esempio colli e ali di pollo, e un 20-40% tra frutta, verdura, frattaglie, carne e uova o la vegetarianaLa dieta vegetarianaUn esempio di dieta vegetariana è la seguente: al mattino, cereali integrali (per esempio il muesli) con latte, aggiungendo eventualmente miele o lievito di birra in polvere; a cena, legumi come fagioli o lenticchie cotti, oppure soia disidratata, o noci tritate, o, ancora, uova o formaggio, il tutto insieme a verdure cotte o crude.
Umidi e crocchette vegetariani e vegan sono in commercio dagli anni Novanta del secolo scorso e la veganaLa dieta veganaLa dieta vegana esclude l'impiego di alimenti che contengono proteine di origine animale.
Umidi e crocchette vegan e vegetariani sono in commercio dagli anni Novanta del secolo scorso..
I cani amano rosicchiare le ossa, ma spesso pagano duramente questo capriccio. Sono da evitare assolutamente le ossa di pollo, di coniglio, di maiale, di volatili (salvo che non siano state macinate, come nella dieta Barf), perchè tendono a scheggiarsi, causando gravi danni all’apparato gastro-intestinale (perforazioniLa perforazione dell'intestinoSe un frammento di ossa riesce a raggiungere l'intestino, può perforarne la parete e causare una peritonite istantanea con dolore molto forte ed esito mortale., occlusioniL'occlusione intestinaleL'occlusione è provocata da corpi estranei che si posizionano in un certo punto dell'apparato digerente (di solito, in fondo allo stomaco o nel punto in cui l'intestino tenue diventa intestino crasso) ed impediscono il passaggio del cibo, mettendo il cane in pericolo di vita.). Anche altri tipi di ossa possono nuocere, provocando vomito o diarrea o masse responsabili di costipazione e occlusioni intestinali.
I cibi industriali (alimenti umidi, come le scatolette di carne e secchi, come il mangime) offrono il vantaggio di essere già pronti e di contenere nelle giuste dosi tutte le sostanze e i nutrienti di cui il cane ha bisogno. Attenzione, però a usare prodotti di qualitàIl cibo industriale per caniLe associazioni dei consumatori consigliano un'attenta lettura delle etichette per sapere quali ingredienti contiene il prodotto.
C'è buona qualità se: il primo posto tra gli ingredienti è riservato alla fonte proteica (pollo, agnello, pesce, ecc.) e non a farine e cereali; se contiene vera carne della fonte proteica e non prodotti o sottoprodotti dell'animale (ad es. farina di ossa, derivati, farina di carne); se compaiono diciture come 'carne di...' o 'carne disidratata di...'.
Di solito, i bocconcini umidi sono più ricchi di grasso e di calorie e, a volte, superano anche il tenore di grasso consigliato in una dieta equilibrata.
Da tener presente che esistono in commercio alimenti 'cruelty-free', cioè non legati a sperimentazioni sugli animali..
Quando si passa da una dieta casalinga a prodotti industriali o viceversa o anche semplicemente da un mangime all’altro, è necessario farlo con gradualità per evitare al cane problemi intestinali.
Attenzione, infine, a molte sostanze e alimenti che si trovano facilmente in casa e sulle nostre tavole e che possono essere nocive o addirittura tossiche per il cane.
Il veterinario potrà dare ogni utile consiglio per una dieta corretta.
Osservare il cane può salvargli la vita
Il rifiuto totale del cibo per più di 24 ore è sintomo che qualcosa di serio sta succedendo.
Muco nelle feciOsservare sempre le feci del caneOsservare le feci del cane è di grande utilità per comprendere il suo stato di salute. Ad esempio, la presenza consistente di muco (sostanza di solito biancastra, di consistenza simile alla gelatina) può essere la spia di una colite ulcerosa o di infezioni intestinali di tipo batterico. e tracce di sangueOsservare sempre le feci del caneOsservare le feci del cane è di grande utilità per comprendere il suo stato di salute. Ad esempio, la presenza di sangue può indicare che c'è un sanguinamento intestinale: se il sangue e nero, è probabile che si tratti del tratto superiore; se è rosso vivo, probabilmente sanguinerà il tratto inferiore; se il sangue è all'interno delle feci, si tratterà di solito di una colite; se invece il sangue fa delle striature sulle feci, è probabile che a sanguinare sia il retto o la zona anale sono segni che il cane non sta affatto bene.
Un pancione e allo stesso tempo sintomi di debolezza generale indicano che qualcosa non va.
Lo zoppicare o il leccarsi una zampa sono segnali di qualcosa di doloroso agli arti.
Eritemi, croste o lesioni alopecicheCosa sono le lesioni alopeciche?Lesioni alopeciche, ossia zone rotondeggianti prive di peli, possono essere prodotte, ad esempio, dalla tigna, una malattia cutanea contagiosa che appartiene al genere delle dermatofitosi o malattie da fungo. Il contagio avviene per contatto diretto con l'animale infettom ma anche attraverso le spore presenti negli oggetti. E' trasmissibile all'uomo. possono essere il sintomo di malattie infettive anche gravi.
La mancanza di interesse è un altro sintomo di indisposizione o malattia.
Vomito, eccessiva secrezione salivare, irrequietezza e difficoltà a respirare possono essere sintomi della torsione dello stomacoChe cos'è la torsione dello stomaco?La dilatazione-torsione gastrica è una patologia gravissima, che insorge fulmineamente e che, se non trattata entro brevissimo tempo, porta al decesso del cane per rottura dello stomaco o per asfissia, precedute da compressione del diaframma, cianosi, ipossia, insufficienza cardiaca ed emorragie interne. Si manifesta prevalentemente nei cani adulti ed anziani, nei quali i legamenti che fissano lo stomaco sono più allentati e indeboliti e consentono all’organo un maggior movimento intorno al suo asse maggiore. Per questa patologia più che di cause specifiche (tutt’ora sconosciute) si parla di insieme di concause, tra cui alcune sono legate all’età e alla conformazione fisica del torace., una patologia gravissima che richiede l’immediato intervento del veterinario.
Anche il nascondersi in luoghi bui può essere un segnale che il cane è ammalato.
Una qualsiasi secrezione dagli occhiLe secrezioni oculari anomaleLe secrezioni oculari anomale possono essere acquose, viscose, mucopurulente e anche con presenza di sangue.
Le potenziali cause sono davvero molte: si va dai disturbi a carico delle ciglia alla congiuntivite, da una infezione parassitaria ad una neoplasia delle palpebre, da graffi e ulcerazioni ad ascessi dei denti e a molte altre patologie. o dal nasoLe secrezioni dal nasoQuando il cane sta bene non c'è mai fuoriuscita di muco dal naso, perchè viene deglutito. Lo scolo nasale può essere causato da una infiammazione della mucosa che spesso ha origini allergiche, da una ostruzione provocata da un corpo estraneo, da polipi e masse tumorali, da infezioni fungine, ma anche da una fistola provocata da un dente cariato.
Anche il cimurro provoca fuoriusciuta di muco giallo-verdastro e appiccicoso dal naso.. o dall’orecchioLe secrezioni dalle orecchieUna lieve secrezione dall'orecchio è normale. Quando è anomala può essere sintomo di malattie anche importanti come allergie, ipotiroidismo o malattie autoimmuni, polipi e tumori.
Una secrezione a volte purulenta può comparire anche nell'otite esterna, malattia frequentissima soprattutto in alcune razze o nei cani con orecchie lunghe e pendenti. va fatta controllare.
In ogni caso, non tentare mai di curare il cane da soli: va portato tempestivamente dal veterinario.
Il cane è un animale sociale, come noi
L’accompagnatore deve essere munito di paletta per la raccolta degli escrementi (possono bastare anche semplici sacchetti per congelare i cibi che consentono di raccogliere gli escrementi, di essere quindi rovesciati su se stessi e, alla fine, di essere chiusi e depositati nei cassonetti).
Contravvenire a queste regole di comportamento fa incorrere il proprietario in sanzioni pecuniarie e lo espone al risarcimento degli eventuali danni provocati.
Il cane è un animale socialeL'importanza della socialità nel caneI cani sono animali sociali e per essere equilibrati e sereni hanno bisogno di una forte interelazione con gli esseri umani con cui vivono: se ciò non avviene il cane potrà manifestare dei veri e propri disturbi comportamentali, come rincorrere la propria coda, masticare i vestiti, abbaiare in continuazione, girare su se stesso. Il cane è anche un animale collaborativo, che sente il bisogno etologico non solo di stare in gruppo ma anche di lavorare e collaborare con gli altri membri.
E' importante che il cane, fin da cucciolo, sia messo in contatto con diversi tipi di persone, con altri cani e anche con altri animali domestici. e, prestando le dovute attenzioni, è essenziale farlo incontrare anche con altri suoi simili. Le interazioni tra cani sono fondamentali sia nel cucciolo che nel cane adulto: un’aggressività manifestata verso tutti i tipi di cane è un serio problema comportamentale, che va risolto con l’aiuto di un professionista.
Se si notano comportamenti problematiciPerchè ci possono essere comportamenti problematici nel cane?I comportamenti problematici del cane possono dipendere dal modo in cui viene gestito, ma anche da eventi traumatici precoci (malattie, incidenti, distacco prematurao dalla madre) o dallo stato di salute (otiti, dermatiti, artrosi, malattie neurologiche o ormonali possono aumentare, ad esempio, le reazioni aggressive). Veterinari, comportamentalisti ed educatori cinofili sono figure professionali in grado di aiutare la ricerca delle cause e la correzione del comportamento., è fondamentale rivolgersi esclusivamente ad educatori e centri riconosciuti e qualificati.
E’, poi, necessario stipulare una polizza assicurativa per i danni che il cane può provocare a terzi (responsabilità civile).
Se si decide di portare il cane in auto, bisogna sistemarlo preferibilmente in un trasportino, che è il sistema di trasporto più sicuro per l’animale. Bisogna avere sempre in auto dell’acqua da poter somministrare al cane. E’, poi, necessario ricordarsi di effettuare ogni tanto una sosta affinchè possa fare i propri bisogni.
Soprattutto d’estate, non si deve mai lasciare il cane nell’auto in sosta, anche se con i finestrini un po’ aperti: il rischio è che incorra nel temibile colpo di calore, un evento che può portare alla morte dell’animale.
La benevolenza non basta
Da molto tempo, studiosi e scienziati hanno chiarito che la valutazione del benessere non può basarsi su principi antropomorfi, cioè sulla tendenza ad attribuire a specie diverse dalla nostra percezioni e sensazioni umane. Infatti, ogni specie ha caratteristiche proprie sia dal punto di vista anatomico e funzionale, che da quello etologico, rappresentato dall’etogramma ossia dall’insieme dei moduli comportamentali tipici di ogni specie.
Ciò ha portato alla definizione di schemi di valutazione, tra i quali il Brambell Report, commissionato e voluto dal governo britannico nel 1965, che riconobbe agli animali allevati e da reddito 5 libertà:
1. Libertà di alzarsi (“stand up”).
2. Libertà di sdraiarsi (“lie down”).
3. Libertà di girarsi (“turn around”).
4. Libertà di prendersi cura del proprio corpo (“groom themselves”).
5. Libertà di stiracchiare le gambe (“stretch their limbs”)
Nel 1979, il governo inglese aggiornò il documento, rinominando e ridefinendo le 5 libertà, che da quel momento divennero i principi generali del benessere animale, estendibili a tutti gli animali detenuti dall’uomo, compresi, dunque, quelli cosiddetti da compagnia.
Nella versione contemporanea, il Brambell Report definisce, dunque, cinque basilari principi di libertà che devono essere soddisfatti per garantire il benessere psico-fisico di un animale. Fino agli anni Novanta del secolo scorso, l’approccio non poteva, però, che essere di tipo protezionistico tradizionale, ossia finalizzato a tutelare un essere indifeso, percepito come inferiore rispetto all’uomo: in epoca più recente, invece, l’affermazione del principio che gli animali sono esseri senzienti (ossia esseri consapevoli del corpo e quindi del dolore, della sensorialità e degli stati emozionali) porta a legare i loro diritti non solo ad una vita di non sofferenza, ma anche alla possibilità che ad ogni individuo va assicurata di poter far crescere le caratteristiche proprie della specie a cui appartiene e anche quelle intrinseche alla sua singolarità.
E’ così che, non solo le cinque originarie libertà del Brambell Report hanno assunto caratteri e contenuti molto più sofisticati ed etologicamente corretti, ma è stata individuata e proposta anche una nuova sesta libertà: la LIBERTA’ DI PROVARE EMOZIONI POSITIVE, che fa riferimento non più soltanto al diritto ad una vita non sofferente, ma al diritto di tutti gli animali detenuti dall’uomo ad avere una vita che merita di essere vissuta.
LA LIBERTA’ DALLA FAME, DALLE SETE E DALLA CATTIVA NUTRIZIONE Si tratta della libertà inerente a fabbisogni elementari che non possono essere ricondotti soltanto al facile accesso all’acqua o a una generica dieta in grado di favorire lo stato di salute. Ciò che viene richiesta è, infatti, una corretta e più complessa valutazione delle esigenze relative alla qualità, quantità e frequenza dei pasti somministrati a ogni animale, somministrazione che deve avvenire nel rispetto della fisiologia, dell’età, della taglia, delle condizioni climatiche e delle esigenze etologiche tipiche di ciascuna specie.
Non tutti i cibi sono uguali e non tutti i cani possono mangiare lo stesso cibo: allergie e intolleranze devono essere affrontate con cibi idonei, così come vanno evitati il sovrappeso e l’obesità, il sottopeso e la malnutrizione.
Dunque, fornire una dieta di scarsa qualità o inadeguata – rispetto alla fisiologia, all’età, alla taglia e alle esigenze etologiche del cane – viola questa libertà, che ricomprende anche il dovere per il detentore di custodire e impedire la fuga dell’animale, un evento che – nel caso degli animali da compagnia – metterebbe in pericolo la loro possibilità di nutrirsi e sopravvivere.
LA LIBERTA’ DI DISPORRE DI UN AMBIENTE FISICO ADEGUATO Ogni animale ha diritto di vivere in un ambiente fisico adeguato, ossia in un luogo con condizioni adatte di temperatura, umidità, ventilazione ed illuminazione.
Occorre, quindi, che il cane sia protetto da condizioni climatiche avverse, ma anche che il detentore curi la pulizia e l’igiene del box e di tutti i locali e le attrezzature (ciotole, cucce, giacigli) a disposizione degli animali.
Utilizzare ambienti pericolosi o materiali fatiscenti o di recupero per la costruzione di box e recinti, così come negare cucce e ripari ben coibentati viola questa libertà, che non viene rispettata neppure nel caso il sito di detenzione destinato a cani anziani o malati non sia adatto alle loro condizioni. Se il cane vive all’interno delle abitazioni, si rispetterà il suo diritto ad un ambiente fisico adeguato se saranno garantite una rumorosità contenuta e una luminosità che rispetti il ritmo circadiano.
Una delle necessità fisiologiche importanti da rispettare per quanto riguarda l’ambiente è la possibilità per il cane (ma vale ovviamente per ogni altro animale) di muoversi liberamente: la costrizione fisica data da uno spazio angusto o da una catena o da un qualsiasi altro mezzo di contenimento pregiudica seriamente il benessere fisico e mentale del cane, inducendo anche reazioni aggressive che solo un pessimo detentore considererà imprevedibili e ingiustificate.
Il bisogno primario di movimento si esprimere anzitutto con la semplice deambulazione (muoversi agevolmente all’interno del ricovero e poter uscire più volte al giorno dal luogo di detenzione), ma comprende anche con la possibilità di effettuare salti e corse che varieranno in intensità, durata e frequenza a seconda dell’età, dello stato di salute e anche della razza.
Se si hanno più cani o cani e gatti insieme è bene ricordare che oltre al piacere di una vita insieme, ogni individuo ha bisogno anche di uno spazio personale.
LA LIBERTA’ DAL DOLORE, DALLE FERITE E DALLE MALATTIE La libertà fa riferimento al dolore in qualunque sua espressione ed al diritto di ogni animale di esserne sollevato attraverso la prevenzione o la rapida diagnosi e la pronta terapia.
Può essere una sofferenza fisica data da maltrattamenti (e, quindi, in diretta relazione con la compromissione anche della libertà dalla paura) oppure indiretta e dovuta, ad esempio, a malattie non curate. La valutazione del dolore negli animali non può né essere superficiale, né basarsi sulla diversità di manifestazione dello stato di sofferenza rispetto all’uomo. Ignorare o sottovalutare il dolore percepito dall’animale è dunque una grave omissione, che può anche implicare rischi per l’incolumità di persone ed altri animali, mentre la mancata diagnosi di patologie viola il diritto alla libertà dalle malattie che, se infettive, possono coinvolgere altri soggetti umani e non umani.
E’ dolore anche l’angoscia: una sofferenza di natura psichica, che può derivare, ad esempio, dalla impossibilità, in caso di paura, di esprimere i comportamenti di fuga o di attacco.
A questa libertà vanno anche ricondotti i concetti di terapia, di accanimento terapeutico e di eutanasia, che deve essere sempre eseguita nel rispetto delle buone pratiche, preceduta da anestesia profonda in modo da evitare ogni tipo di stress all’animale.
Anche privare i cani delle necessarie cure veterinarie viola questa libertà, esattamente come negare loro il diritto alla prevenzione dalle patologie, prevenzione che include principalmente le vaccinazioni essenziali, ma comprende anche l’impiego degli antiparassitari per i parassiti esterni e la detartrasi, ossia la rimozione del tartaro e della placca dallo smalto dentale, un intervento che previene difficoltà masticatorie, infiammazione gengivale, perdita di denti e propagazione all’intero organismo dei batteri del cavo orale, in grado di dar luogo, nel tempo, a patologie anche gravi.
Sottoporre il cane ad eccessi performativi (come legarlo alla propria bicicletta) o sfruttare la sua attività riproduttiva viola il diritto del cane alla libertà dal dolore, libertà che viene pregiudicata anche dall’essere chiusi in un’auto in condizioni microclimatiche avverse.
LA LIBERTA’ DI ESPRIMERE I COMPORTAMENTI FISIOLOGICI ED ETOLOGICI DELLA SPECIELa libertà di esprimere i comportamenti fisiologici ed etologici della specie è, forse, la più complessa e senz’altro quella che presenta contenuti in maggiore evoluzione scientifica.
Di fatto, le legislazioni non sembrano preoccuparsi di adeguare norme e disposizioni ai risultati della ricerca e, quindi, riconoscono l’importanza soltanto delle libertà di espressione fondamentali: quelle essenziali di movimento (alzarsi, coricarsi, girarsi, provvedere alla cura del corpo), quelle di riposo e quelle di contatto con animali della stessa o di diversa specie.
Ma il registro dei comportamenti innati e di quelli appresi è continuamente arricchito dalla ricerca etologica e dalle neuroscienze e sempre più elementi concorrono alla valutazione del benessere di un animale. A volte, anche i legislatori recepiscono in maniera esplicita i risultati di questa ricerca: ne è un esempio il riconoscimento da parte della legislazione svizzera dello stato di sofferenza che soggetti di specie gregarie come il cane provano nell’essere lasciati in totale solitudine per tempi prolungati. Tuttavia, non accade così per altri diritti del cane, come ad esempio la possibilità che deve essergli riconosciuta di comunicare le proprie emozioni, un diritto leso dai dispositivi volti a inibire le vocalizzazioni canine il cui diffusissimo utilizzo, pur violando la libertà del cane di esprimere un comportamento tipico della specie, non è vietato.
Esempi importanti di libera espressione etologica sono forniti anche dal gioco e dal sonno. Il gioco è una manifestazione tipica non solo degli animali giovani – per i quali è strumento di conoscenza dell’ambiente e prova generale per ciò che saranno gli atteggiamenti in età adulta –, ma anche degli adulti – e addirittura degli anziani- per i quali non è più apprendimento, ma diventa espressione di sentimenti positivi quali gioia, spensieratezza e benessere psichico e sociale. Ecco perché quando il gioco tende a diminuire o a scomparire è indispensabile interrogarsi sui motivi del fenomeno, quasi sempre legato a condizioni di malessere fisico o psichico del cane.
Anche il sonno fornisce indicazioni sullo stato di benessere: infatti, la ricerca di posti isolati e bui per il riposo, nonché la dilatazione in senso temporale del sonno, a volte, sono indicatori di uno stato di malessere psico- fisico che chi detiene il cane ha l’obbligo di affrontare, consapevole comunque che il riposo ha senso solo se prima c’è stata attività e che perciò il benessere del cane è legato certamente alla qualità del sonno ma anche alla qualità del movimento.
E’ espressione di uno stato di benessere anche un appetito sano nella quantità come nella qualità. Viceversa, l’ingestione di sostanze inorganiche o comunque anomale per la specie denota un turbamento mentale o un problema clinico, così come una richiesta di cibo esagerata può avere la stessa duplice genesi.
Anche gli atti di defecazione e urinazione compiuti in luoghi impropri – ad esempio nell’acqua di abbeverata o nei luoghi di riposo – può essere un segnale di disagio che va indagato.
La percezione da parte dell’animale di un ambiente inadeguato determina, poi, quasi sempre una risposta che si traduce in un’alterazione del comportamento, come l’apatia, l’immobilità, il raspamento continuo su recinzione e suolo, gli atteggiamenti contemporanei di sottomissione ed aggressività, i movimenti di andirivieni ripetuti, i grattamenti reiterati e prolungati, l’iperaggressività, l’eccitazione e le stereotipie. Sono tutte manifestazioni di mancanza di benessere, che bisogna essere in grado di rilevare come precisi e univoci indicatori di sofferenza, di cui va rimossa anzitutto l’origine magari con l’aiuto di medici veterinari, comportamentalisti ed educatori cinofili.
LA LIBERTA’ DALLA PAURA E DAL DISAGIOIn questa libertà risiedono le fondamenta di un equilibrato e rispettoso rapporto uomo-animale.
Chi detiene un qualsiasi animale – da reddito come da compagnia – deve assicurargli condizioni che evitino sofferenza mentale e deve essere in grado di comprendere quali sono gli eventi o gli stimoli stressanti, le loro conseguenze sulla salute e sul comportamento dell’animale e conoscere e mettere in atto le modalità per prevenirli.
Gli animali hanno il diritto di essere protetti da eventi e stimoli che provocano emozioni negative: la paura e lo stress ripetuti determinano una situazione incompatibile con la salute e con il benessere di ogni animale. Ad esempio, nell’educazione del cane è fondamentale che lo scopo finale che ci si prefigge (quale può essere il richiamo o la condotta al guinzaglio o il divieto di sporcare in casa) sia raggiunto senza suscitare paura o timore da parte dell’animale. Il metodo educativo corretto è basato sui premi, mentre devono essere evitati tutti i metodi e gli strumenti che possano provocare disagio o dolore (come, ad esempio, il collare elettrico, il collare a punta, il collare a strozzo, le punizioni fisiche e verbali). In sostanza, il cane va “abituato” gradualmente e senza forzature o accelerazioni al comportamento desiderato: in etologia per “abituazione” si intende la graduale diminuzione dell’attenzione e della risposta di un soggetto a uno stimolo e, quindi, per abituare il cane a uno stimolo è necessario che lo stimolo sia presentato ripetutamente ma sempre in maniera corretta, cioè a una intensità tale da non scatenare reazioni di paura.
Anche lasciare il cane troppo a lungo da solo è fonte di stress, così come esporlo a rumori forti (come, ad esempio, i fuochi artificiali e i petardi) o invadendo il suo spazio personale (ad esempio interrompendo il sonno o sottoponendolo a costrizione fisica) o non preparandolo adeguatamente all’arrivo di un nuovo membro della famiglia, umano o animale che sia.
Sono comportamenti che integrano la violazione della libertà dalla paura e dal disagio sia traumatizzando o privando il cane di contatti sociali, visivi e uditivi, sia manipolandoli in modo non corretto (ignorando, ad esempio, la mappa delle zone “calde” e “fredde” che corrispondono ad aree del corpo che il cane accetta possano o meno essere toccate dall’uomo o da altri cani).
Dunque, chi detiene animali deve essere in grado di comprendere quali siano gli eventi o gli stimoli in grado di produrre stress, quali le conseguenze sulla salute e sul comportamento e quali siano i modi per prevenirli ed evitarli.
Non tutti i cibi sono uguali e non tutti i cani possono mangiare lo stesso cibo: allergie e intolleranze devono essere affrontate con cibi idonei, così come vanno evitati il sovrappeso e l’obesità, il sottopeso e la malnutrizione.
Dunque, fornire una dieta di scarsa qualità o inadeguata – rispetto alla fisiologia, all’età, alla taglia e alle esigenze etologiche del cane – viola questa libertà, che ricomprende anche il dovere per il detentore di custodire e impedire la fuga dell’animale, un evento che – nel caso degli animali da compagnia – metterebbe in pericolo la loro possibilità di nutrirsi e sopravvivere.
Occorre, quindi, che il cane sia protetto da condizioni climatiche avverse, ma anche che il detentore curi la pulizia e l’igiene del box e di tutti i locali e le attrezzature (ciotole, cucce, giacigli) a disposizione degli animali.
Utilizzare ambienti pericolosi o materiali fatiscenti o di recupero per la costruzione di box e recinti, così come negare cucce e ripari ben coibentati viola questa libertà, che non viene rispettata neppure nel caso il sito di detenzione destinato a cani anziani o malati non sia adatto alle loro condizioni. Se il cane vive all’interno delle abitazioni, si rispetterà il suo diritto ad un ambiente fisico adeguato se saranno garantite una rumorosità contenuta e una luminosità che rispetti il ritmo circadiano.
Una delle necessità fisiologiche importanti da rispettare per quanto riguarda l’ambiente è la possibilità per il cane (ma vale ovviamente per ogni altro animale) di muoversi liberamente: la costrizione fisica data da uno spazio angusto o da una catena o da un qualsiasi altro mezzo di contenimento pregiudica seriamente il benessere fisico e mentale del cane, inducendo anche reazioni aggressive che solo un pessimo detentore considererà imprevedibili e ingiustificate.
Il bisogno primario di movimento si esprimere anzitutto con la semplice deambulazione (muoversi agevolmente all’interno del ricovero e poter uscire più volte al giorno dal luogo di detenzione), ma comprende anche con la possibilità di effettuare salti e corse che varieranno in intensità, durata e frequenza a seconda dell’età, dello stato di salute e anche della razza.
Se si hanno più cani o cani e gatti insieme è bene ricordare che oltre al piacere di una vita insieme, ogni individuo ha bisogno anche di uno spazio personale.
Può essere una sofferenza fisica data da maltrattamenti (e, quindi, in diretta relazione con la compromissione anche della libertà dalla paura) oppure indiretta e dovuta, ad esempio, a malattie non curate. La valutazione del dolore negli animali non può né essere superficiale, né basarsi sulla diversità di manifestazione dello stato di sofferenza rispetto all’uomo. Ignorare o sottovalutare il dolore percepito dall’animale è dunque una grave omissione, che può anche implicare rischi per l’incolumità di persone ed altri animali, mentre la mancata diagnosi di patologie viola il diritto alla libertà dalle malattie che, se infettive, possono coinvolgere altri soggetti umani e non umani.
E’ dolore anche l’angoscia: una sofferenza di natura psichica, che può derivare, ad esempio, dalla impossibilità, in caso di paura, di esprimere i comportamenti di fuga o di attacco.
A questa libertà vanno anche ricondotti i concetti di terapia, di accanimento terapeutico e di eutanasia, che deve essere sempre eseguita nel rispetto delle buone pratiche, preceduta da anestesia profonda in modo da evitare ogni tipo di stress all’animale.
Anche privare i cani delle necessarie cure veterinarie viola questa libertà, esattamente come negare loro il diritto alla prevenzione dalle patologie, prevenzione che include principalmente le vaccinazioni essenziali, ma comprende anche l’impiego degli antiparassitari per i parassiti esterni e la detartrasi, ossia la rimozione del tartaro e della placca dallo smalto dentale, un intervento che previene difficoltà masticatorie, infiammazione gengivale, perdita di denti e propagazione all’intero organismo dei batteri del cavo orale, in grado di dar luogo, nel tempo, a patologie anche gravi.
Sottoporre il cane ad eccessi performativi (come legarlo alla propria bicicletta) o sfruttare la sua attività riproduttiva viola il diritto del cane alla libertà dal dolore, libertà che viene pregiudicata anche dall’essere chiusi in un’auto in condizioni microclimatiche avverse.
Di fatto, le legislazioni non sembrano preoccuparsi di adeguare norme e disposizioni ai risultati della ricerca e, quindi, riconoscono l’importanza soltanto delle libertà di espressione fondamentali: quelle essenziali di movimento (alzarsi, coricarsi, girarsi, provvedere alla cura del corpo), quelle di riposo e quelle di contatto con animali della stessa o di diversa specie.
Ma il registro dei comportamenti innati e di quelli appresi è continuamente arricchito dalla ricerca etologica e dalle neuroscienze e sempre più elementi concorrono alla valutazione del benessere di un animale. A volte, anche i legislatori recepiscono in maniera esplicita i risultati di questa ricerca: ne è un esempio il riconoscimento da parte della legislazione svizzera dello stato di sofferenza che soggetti di specie gregarie come il cane provano nell’essere lasciati in totale solitudine per tempi prolungati. Tuttavia, non accade così per altri diritti del cane, come ad esempio la possibilità che deve essergli riconosciuta di comunicare le proprie emozioni, un diritto leso dai dispositivi volti a inibire le vocalizzazioni canine il cui diffusissimo utilizzo, pur violando la libertà del cane di esprimere un comportamento tipico della specie, non è vietato.
Esempi importanti di libera espressione etologica sono forniti anche dal gioco e dal sonno. Il gioco è una manifestazione tipica non solo degli animali giovani – per i quali è strumento di conoscenza dell’ambiente e prova generale per ciò che saranno gli atteggiamenti in età adulta –, ma anche degli adulti – e addirittura degli anziani- per i quali non è più apprendimento, ma diventa espressione di sentimenti positivi quali gioia, spensieratezza e benessere psichico e sociale. Ecco perché quando il gioco tende a diminuire o a scomparire è indispensabile interrogarsi sui motivi del fenomeno, quasi sempre legato a condizioni di malessere fisico o psichico del cane.
Anche il sonno fornisce indicazioni sullo stato di benessere: infatti, la ricerca di posti isolati e bui per il riposo, nonché la dilatazione in senso temporale del sonno, a volte, sono indicatori di uno stato di malessere psico- fisico che chi detiene il cane ha l’obbligo di affrontare, consapevole comunque che il riposo ha senso solo se prima c’è stata attività e che perciò il benessere del cane è legato certamente alla qualità del sonno ma anche alla qualità del movimento.
E’ espressione di uno stato di benessere anche un appetito sano nella quantità come nella qualità. Viceversa, l’ingestione di sostanze inorganiche o comunque anomale per la specie denota un turbamento mentale o un problema clinico, così come una richiesta di cibo esagerata può avere la stessa duplice genesi.
Anche gli atti di defecazione e urinazione compiuti in luoghi impropri – ad esempio nell’acqua di abbeverata o nei luoghi di riposo – può essere un segnale di disagio che va indagato.
La percezione da parte dell’animale di un ambiente inadeguato determina, poi, quasi sempre una risposta che si traduce in un’alterazione del comportamento, come l’apatia, l’immobilità, il raspamento continuo su recinzione e suolo, gli atteggiamenti contemporanei di sottomissione ed aggressività, i movimenti di andirivieni ripetuti, i grattamenti reiterati e prolungati, l’iperaggressività, l’eccitazione e le stereotipie. Sono tutte manifestazioni di mancanza di benessere, che bisogna essere in grado di rilevare come precisi e univoci indicatori di sofferenza, di cui va rimossa anzitutto l’origine magari con l’aiuto di medici veterinari, comportamentalisti ed educatori cinofili.
Chi detiene un qualsiasi animale – da reddito come da compagnia – deve assicurargli condizioni che evitino sofferenza mentale e deve essere in grado di comprendere quali sono gli eventi o gli stimoli stressanti, le loro conseguenze sulla salute e sul comportamento dell’animale e conoscere e mettere in atto le modalità per prevenirli.
Gli animali hanno il diritto di essere protetti da eventi e stimoli che provocano emozioni negative: la paura e lo stress ripetuti determinano una situazione incompatibile con la salute e con il benessere di ogni animale. Ad esempio, nell’educazione del cane è fondamentale che lo scopo finale che ci si prefigge (quale può essere il richiamo o la condotta al guinzaglio o il divieto di sporcare in casa) sia raggiunto senza suscitare paura o timore da parte dell’animale. Il metodo educativo corretto è basato sui premi, mentre devono essere evitati tutti i metodi e gli strumenti che possano provocare disagio o dolore (come, ad esempio, il collare elettrico, il collare a punta, il collare a strozzo, le punizioni fisiche e verbali). In sostanza, il cane va “abituato” gradualmente e senza forzature o accelerazioni al comportamento desiderato: in etologia per “abituazione” si intende la graduale diminuzione dell’attenzione e della risposta di un soggetto a uno stimolo e, quindi, per abituare il cane a uno stimolo è necessario che lo stimolo sia presentato ripetutamente ma sempre in maniera corretta, cioè a una intensità tale da non scatenare reazioni di paura.
Anche lasciare il cane troppo a lungo da solo è fonte di stress, così come esporlo a rumori forti (come, ad esempio, i fuochi artificiali e i petardi) o invadendo il suo spazio personale (ad esempio interrompendo il sonno o sottoponendolo a costrizione fisica) o non preparandolo adeguatamente all’arrivo di un nuovo membro della famiglia, umano o animale che sia.
Sono comportamenti che integrano la violazione della libertà dalla paura e dal disagio sia traumatizzando o privando il cane di contatti sociali, visivi e uditivi, sia manipolandoli in modo non corretto (ignorando, ad esempio, la mappa delle zone “calde” e “fredde” che corrispondono ad aree del corpo che il cane accetta possano o meno essere toccate dall’uomo o da altri cani).
Dunque, chi detiene animali deve essere in grado di comprendere quali siano gli eventi o gli stimoli in grado di produrre stress, quali le conseguenze sulla salute e sul comportamento e quali siano i modi per prevenirli ed evitarli.