Il cane e le processionarie

La processionaria è un insetto pericolosissimo per molti animali e soprattutto per cavalli e cani, che hanno spesso il muso nell’erba per mangiare o per fiutare e possono, quindi, inavvertitamente inalare o ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto.

Se ciò accade, il cane è colpito da una improvvisa e intensa salivazione, provocata dal processo infiammatorio a carico della cavità orale ed eventualmente anche dell’esofago e dello stomaco. A seguito di questa acuta infiammazione, la lingua subisce un ingrossamento che può anche portare alla morte per soffocamento dell’animale. Non solo, ma i peli urticanti possono provocare anche processi di necrosi con conseguente perdita di porzioni di lingua o, nel caso di inalazione, del tartufo (naso) del cane. All’ingestione dei peli può seguire, poi, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea, che può anche essere emorragica.

L’unica cosa da fare è rivolgersi urgentemente ad un veterinario, non prima di aver tentato di eliminare i peli urticanti dal cavo orale del cane con un abbondante lavaggio della bocca, prestando la massima attenzione per evitare che il cane deglutisca, ingerendo insieme all’acqua i peli e aggravando così la situazione!

Per approfondire - La processionaria
La processionaria è un insetto dell’ordine dei lepidotteri che dall’inizio della primavera e fino alla fine di maggio si muove nel terreno nella forma di bruco munito di peli urticanti.
E’ uno degli insetti più distruttivi per i boschi, capace di attaccare e spogliare grandi quantità di querce e di alberi del genere Pinus, ma di infestare anche larici, cedri, noccioli, castagni, faggi, carpini e betulle.
L’adulto della processionaria è una falena con ali larghe 3-4 cm, di colore grigio con striature brune e la femmina è poco più grande del maschio. La vita della falena è molto breve, dura al massimo 1-2 giorni, durante i quali fuoriesce dal terreno, di solito durante il mese di luglio, e si arrampica sugli alberi ad alto fusto, dove si accoppia. Dopo l’accoppiamento le femmine volano alla ricerca di una pianta adatta per la deposizione delle uova. Ogni femmina depone un ammasso di circa 300 uova che viene fissato ad un albero e dalle quali dopo almeno 4 settimane nascono i bruchi, che vivono in gruppo e si spostano di ramo in ramo costruendo nuovi nidi provvisori, finchè verso ottobre formano un nido sericeo dove affronteranno l’inverno. La loro attività riprende in primavera e, verso la fine di maggio, si dirigono in un luogo adatto per tessere il bozzolo dopo di che, si interrano ad una profondità di circa 15 cm. Lo stato di crisalide dura all’incirca un mese, ma può prolungarsi anche per anni. Raggiunta la maturità e avvenuta la metamorfosi dell’insetto, durante il mese di luglio esce dal bozzolo ed il ciclo ricomincia.

Una misura generale per prevenire i rischi per la salute delle persone e degli animali – ma soprattutto per la minaccia che questi insetti rappresentano per la produzione e la sopravvivenza del popolamento arboreo – è la lotta alla processionaria del pino che il d.m. del 30 ottobre 2007 ha reso obbligatoria su tutto il territorio nazionale a carico di chi detiene piante di Pinus pinea, Pinus nigra, Pinus sylvestris, Pinus pinaster, di cedri e delle conifere in genere.
(altre info: www.processionaria.it)

La prevenzione è molto semplice: bisogna evitare le zone infestate, che, peraltro, sono facilmente riconoscibili per la presenza di nidi setosi di colore bianco sui rami dei pini. Anche la sola frequentazione di queste zone può infatti essere pericolosa, perchè i peli si possono trovare sospesi in aria e depositarsi, quindi, su persone e animali in transito. Lo stesso effetto viene prodotto dallo schiacciamento dell’insetto, una manovra che va sempre evitata perchè provoca la dispersione di peli in un raggio sufficiente da mettere in pericolo noi e il nostro amico a quattro zampe.

E poi, anche in questo caso, si dimostra uno straordinario strumento di prevenzione l’apprezzamento e la salvaguardia della biodiversità, perchè alcune specie di uccelli, come la cinciallegra, il cuculo, il codibugnolo e l’upupa si cibano volentieri di processionarie.

Le informazioni contenute nelle schede della guida “Che fare se…” di www.associazioneapaca.eu sono ideate per integrare e non sostituire le indicazioni fornite dal veterinario di fiducia

“L’affetto per un cane dona all’uomo grande forza.” (Lucio Anneo Seneca, filosofo, drammaturgo e politico romano)

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