Il cane fa bene al bambino sia dal punto di vista fisicoIl cane fa bene...Fin dagli anni Novanta del secolo scorso, ricercatori italiani hanno avanzato l’ipotesi che i germi con cui si viene in contatto quando si vive con un animale domestico stimolano il sistema immunitario gastrointestinale e permettono, quindi, non solo un corretto sviluppo di questo sistema, ma anche di rafforzare quei linfociti (T helper 1) che riducono il rischio di sviluppare allergie (è il c.d. 'effetto fattoria', equivalente a 'più igiene = più allergia') . Da indagini statunitensi condotte negli anni 2000 è emerso che i bambini cresciuti con i cani hanno il 44% di probabilità in meno di sviluppare infezioni all'orecchio e il 29% di probabilità in meno di dover usare antibiotici durante il primo anno di vita. Nel 2015, una ricerca svedese ha provato che i bambini che da piccoli hanno avuto in casa un cane, hanno il 15% di probabilità in meno di ammalarsi di asma rispetto a quelli che sono cresciuti senza questo contatto quotidiano., che psicologico e mentaleIl cane fa bene...Il principale beneficio derivante dalla presenza di un animale domestico è la scomparsa della sensazione di solitudine. Ma effetti positivi si hanno anche sull'autostima, sulla fiducia e sulla capacità empatica, dato che la presenza di un animale domestico favorisce l'espressione delle emozioni positive. E' una fonte di trasmissione di valori importanti quali la responsabilità, il rispetto, la tolleranza e la sensibilità verso le esigenze degli altri esseri viventi. , ma la coesistenza va preparata, gestita e sorvegliata dagli adultiLa coesistenzaDa 1 a 3 anni il bambino è totalmente incapace di interagire con il cane: stringere troppo, strappare il pelo, tirare la coda o infilare le mani nelle orecchie o in bocca sono azioni che possono provocare reazioni giustamente difensive da parte del cane, ma pericolose per il bambino. Fino ai 6 anni il bimbo non sa interpretare neppure i segnali più evidenti e c'è il rischio che si avvicini a un cane che ringhia o lo trattenga contro la sua volontà. Tra i 7 e gli 8 anni la situazione migliora, ma il bambino tratta il cane come un suo pari e non si rende conto delle differenze ed è così che un bimbo che corre può diventare per il cane una preda naturale. In tutti questi periodi e anche successivamente è importante prestare molta attenzione, educare sia il bambino che il cane alla presenza reciproca e proteggere il cane da situazioni o eventi stressanti legati alla presenza del bambino., a cui è affidato il compito di creare – con convinzione – esperienze positive e di salvaguardare – con altrettanta costanza e determinazione – le distanze di sicurezzaLa coesistenzaIn generale, è bene non essere troppo apprensivi, ma, a fini preventivi, vanno comunque colti tutti i segnali negativi verso il bambino: le fughe del cane all'arrivo del bimbo, i tentativi di sottrarsi, la possessività su oggetto o cibo. Un ringhio va considerato al pari di una aggressione, anche in assenza del morso. di entrambi.
Infatti, non è un caso se i bambini sono i soggetti più esposti al morso del cane : il fatto è che il loro odore, il suono della loro voce, i movimenti spesso concitati e soprattutto la scarsa consapevolezza con cui affrontano il rapporto con un cane li rendono soggetti “naturalmente” a rischio. Gli eventi sono più gravi quando i cani non sono cresciuti con i bambini e i bambini con i cani; quando i cani sono da guardia o tenuti alla catena oppure sono paurosi o ansiosi; quando i bimbi sono molto piccoli e si sono messi a correre o saltare davanti al cane. In ogni caso, la regola fondamentale è di non lasciare mai un bambino da solo con un cane (neppure se è il cane di casaLa coesistenzaL'adulto sarà in grado, ad esempio, di cogliere alcuni segnali di pacificazione (girare la testa, guardare altrove, leccarsi il naso, distogliere lo sguardo) che il cane può lanciare quando si trova insieme al bambino: l'adulto potrà, così, aiutare il cane ad uscire da uno stato di disagio e, nello stesso tempo, insegnare al bambino il comportamento corretto da tenere con il proprio cane.).
Per far accettare più facilmenteLa coesistenzaPrima della nascita, ad esempio, potrebbe essere utile far conoscere al cane tutte le attrezzature che sono dedicate al bimbo, come la carrozzina e la culla, ma anche uscire qualche volta con il passeggino vuoto insieme al cane e fargli ascoltare, ogni tanto, uno dei tanti cd di pianti e gridolini che si trova in commercio. Prima del rientro della mamma dall'ospedale, potrebbe essere utile far annusare la tutina e il pannolino 'sporco' del neonato, mentre all'arrivo in casa, sarà necessario 'presentare' il neonato al cane, facendoglielo annusare e magari permettendogli anche una leccatina. il bambino al cane, è d’aiuto fargli capire che già in presenza del neonato gli accadono solo cose positiveLa coesistenzaAd esempio, vengono dati al cane dei bocconcini quando il bambino è in braccio o è comunque presente o quando viene allattato. Non cambiare la routine del pasto o altre abitudini del cane (se dormiva sul letto, non può essere relegato in garage). Quando arrivano ospiti, il cane va coinvolto e non lasciato in disparte., così come può essere molto utile – purchè sotto la sorveglianza di un adulto – l’impiego di giocattoli che rendono felice il cane. C’è, infine, un principio che andrebbe sempre rispettato: non dimenticare mai che anche il cane – e non solo il bambino – va protetto!
Per approfondire - La probabilità di essere morsi aumenta se...
Bisogna insegnare ai bambini (ma vale anche per molti adulti) che la probabilità di essere morsi -pur con modalità e gravità differenti – aumenta:
– se si accarezza un cane che non si conosce, senza aver chiesto prima il permesso al proprietario
– se ci si avvicina a un cane spaventato o ferito o malato
– se si tocca un cane mentre sta mangiando o dormendo o che non si è accorto del nostro arrivo o che sta rintanato in un angolo
– se si cerca di togliergli il gioco o lo si vuole costringere ad abbandonare il luogo in cui si è sistemato (il divano, ad esempio)
– se lo si costringe in un angolo o comunque in una situazione in cui non ha vie di fuga
– se ci si avvicina o si tocca una cagnolina con i cuccioli
– se si disturba o si minaccia un cane o gli si tira la coda o il pelo o gli si mette le dita nelle orecchie o in bocca o si urla troppo
– se lo si guarda dritto negli occhi o si avvicina la faccia al suo muso o le mani sopra la sua testa o si ringhia per scherzo
– se ci si mette a correre o si scappa davanti a un cane o si agitano freneticamente le braccia davanti a lui
– se lo si abbraccia o lo si stringe troppo forte o troppo a lungo
– se si prende in braccio il bambino mentre sta arrivando un cane.
Non ci sono solo divieti, ma anche azioni positive che vanno fatte per assicurarsi una buona relazione tra cane e bambini. Innanzitutto, non va mai dimenticato che i bambini che hanno paura dei cani sono le vittime più frequenti dei morsi: un impegno costante sarà perciò quello di trasformare la loro paura in conoscenza e consapevolezza. Bambini e cani, poi, devono provare gioia a stare insieme e uno dei sistemi migliori per creare un clima sereno è l’uso del greeting, cioè dell’insieme delle cerimonie e dei rituali che servono a rinsaldare i legami sociali: un tipico rituale giornaliero è il “buongiorno”, dato con tonalità basse e toni gentili sia al bambino che al cane; un altro è il saluto del rientro a casa, dato sempre con voce gradevole e non squillante, con toni bassi e non alti, evitando gridolini e movimenti concitati.
Le informazioni contenute nelle schede della guida “Che fare se…” di www.associazioneapaca.eu sono ideate per integrare e non sostituire le indicazioni fornite dal veterinario di fiducia
“Storia del Mondo. I vulcani eruttarono. Gli oceani ribollirono. L’universo era in tumulto. Poi venne il cane.” (Snoopy- personaggio della striscia a fumetti Peanuts, creata da Charles M. Schulz)
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