Cane del rifugio ferito a causa dei botti

Se il sindaco di Belluno confidava sul senso di responsabilità dei suoi concittadini per garantire il rispetto e l’osservanza dell’ordinanza con la quale ha vietato i botti allora la delusione deve essere stata cocente sia per Lui, sia per le migliaia di suoi concittadini che hanno comunque apprezzato l’iniziativa.

Nella notte di capodanno non sono mancati, infatti, esplosioni e scoppi un po’ ovunque sul territorio comunale: a Mussoi, a Cavarzano, sul Nevegal, a Castion, a Sois, piuttosto che nelle frazioni più decentrate. Sicuramente è stata una notte con meno fuochi, ma è anche certo che gli scoppi e le esplosioni a cui si è assistito non sono stati solo episodi sporadici.

Il commento più benevolo al persistere di questa incivile tradizione è che l’ordinanza sia arrivata troppo tardi, quando i bellunesi avevano già comperato fuochi e giochi pirotecnici. Quello forse più realistico è che quella parte di popolazione che è abituata a soddisfare solo i propri piaceri infischiandose di tutto e di tutti – senso civico compreso – non rinuncia ai botti non solo per gli animali, gli anziani e i bambini, ma neppure per evitare il pericolo di incendiare un bosco, una casa e, men che meno, le automobili parcheggiate in strada.

Fuochi-capodannoIn realtà, la battaglia contro i botti va combattura dai sindaci con convinzione vera e determinazione assoluta, come una qualsiasi altra questione che mette in gioco principi e valori: si comincia a ottobre-novembre, si informa la popolazione, si distribuiscono opuscoli nelle scuole e magari si mette a disposizione un numero verde(che non costa nulla!) e si dichiara pubblicamente che saranno prese in esame dai vigili urbani tutte le denuncie che la popolazione presenterà per violazione dell’ordinanza. Speriamo che possa andare in questo modo il prossimo anno…

Intanto anche in rifugio c’è stato chi si è terrorizzato al punto da ferirsi per tentare di fuggire dal box in preda al panico: Luky, un meticcio di 12 anni ha trascorso, infatti, sicuramente parecchie ore della notte a “masticare” la rete a maglie che è agganciata ai divisori dei box. La rete è stata strappata dal cordolo di cemento al quale era saldamente ancorata e ridotta nelle condizioni documentate dalla foto. Per Luky un bel po’ di tagli alla bocca e uno stato di stress che è cominciato a risolversi solo nella tarda mattinata di oggi: bene così, perchè poteva finire molto peggio, magari con un pezzo di ferro infilato in gola o con la morte per torsione gastrica.

Segnalazioni di disagi e panico sono arrivate in APACA da molte zone della provincia e tutte sono state accompagnate dall’incoraggiamento a non desistere in una battaglia che è appena cominciata. E’ un incitamento che noi trasferiamo già oggi a quei sindaci che quest’anno hanno emanato l’ordinanza di divieto dei botti: noi siamo sicuri che il prossimo anno interverranno per tempo e che confermeranno, con ancora maggiore convinzione e determinazione, una decisione dalla quale non possiamo tornare indietro!

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